Chiesette gotiche e altari lignei

Relazioni di Tarcisio Venuti e di mons. Franc Rupnik

Anche il secondo incontro dei Benečanski kulturni dnevi aveva due temi complementari tra di loro:
storia e carattere delle chiese votive gotico-slovene e la scuola artistica di Caporetto che fornì di altari lignei numerose chiese della Slavia.

L'intervento di Tarcisio Venuti

Tarcisio Venuti, noto studioso e autore di importanti pubblicazioni sulle chiese votive del Friuli, ha percorso idealmente la strada delle valli del Natisone soffermandosi ad analizzare la storia, le linee architettoniche, gli elementi ornamentali, i punti in comune e le differenze tra i diversi stili delle frequenti chiesette che vi si incontrano.

Anche Venuti ha confermato che il punto di partenza di queste architetture va cercata nella cattedrale di san Vito a Praga (1333-1386) in cui lavorarono il francese Mathieu d’Arras e il tedesco Peter Paler.

Il modello praghese arrivò in Slovenia e produsse una serie di edifici sacri a cominciare dal santuario mariano di Ptujska gora e la chiesa di san Canziano a Kranj.

Da Škofja Loka attraverso la valle dell’Isonzo questo stile si diffuse nelle valli del Natisone fino a Remanzacco ma ebbe anche varie ramificazioni a nord verso la Carinzia e a sud verso l'Istria.

L'orientamento, le dimensioni, la forma del presbiterio, la copertura, il campanile a vela, l’altare, i costoloni del soffitto, le chiavi, le mensole sono elementi che si riscontrano costantemente in tutte le chiese.

Si conoscono anche alcuni nomi degli architetti che lavorarono nella Slavia e che «firmarono» le loro opere: il noto Andrea di Škofja Loka,
il magister Petr(ich) che costruì la chiesa di san Quirino ed altre in comune di Prepotto,
il magister Ambrosius che firmò la chiesa di San Silvestro a Merso di Sotto,
il magister Gaspare di Tolmino che lavorò a Ciubiz e altrove.

Si tratta di un gruppo di artisti che formavano quasi una «colonia» sul territorio di San Pietro ed ebbero come punto di riferimento pre Clemente Naistot, un colto sacerdote anche lui di Skofja Loka.

Se c’era una corrente di artisti che proveniva dalla Slovenia c’era anche quella che percorreva la strada dal Friuli alla Slovenia.
Gian Paolo Thanner che lavorò nel Cividalese, nel Caporettano e nelle valli del Natisone,
Andrea Bellunello detto Battista di Brisca,
Girolamo Ridolfi,
Ercole Liberale sono i nomi di pittori e scultori che tra il 15. e 16. secolo operarono anche nelle valli del Natisone, contribuendo a renderle un interessante punto d’incontro tra le espressioni artistiche del Friuli e della Slovenia.

L'intervento di Franc Rupnik

Degli altari lignei si è occupato, invece, mons. Franc Rupnik decano di Caporetto, che in questo campo ha dei meriti particolari perché attraverso ricerche d’archivio in dato un importante contribuì allo studio delle scuole di intagliatori di Caporetto.
Già il Marchetti e Cevc sospettavano che gli altari lignei della Slavia arrivassero da Caporetto ma restavano insoluti molti interrogativi.
In base ad un paziente lavoro d’archivio, mons. Rupnik studiò l’origine della famiglia del pittore e scultore Luka Sarf autore dell’altare di Santa Lucia a Cravero.
E’ interessante notare che anche la famiglia Sarf proveniva da Škofja Loka.
Accanto a questa, operava a Caporetto la famiglia di scultori Vrtav (Ortari) il cui più noto esponente fu Jernej (Bartolomeo) che tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700 scolpì numerosi altari lignei nella valle dell’Isonzo nella Slavia e nel Friuli.
Tra questi:
S. Andrea a Cravero,
quelli di Costne,
Clenia,
Ossiach (Rodda),
Vemasso,
S. Giovanni d’Antro,
Forame,
Grions, ecc . Anche della famiglia Vrtav il decano di Caporetto ha ricostruito fin dove era possibile un completo albero genealogico in base ai libri dei battesimi.

Su Jernej Vrtav e Luka Šarf in seguito sono stati fatti studi approfonditi sia in Friuli che in Slovenia.
Mons. Rupnik si è soffermato in particolare sulla tesi di laurea di Borut Uršiš che fa un inventario completo delle opere del Vrtav definendone il periodo in cui furono portate a termine in base all’evoluzione dello stile.
Ma mons. Rupnik pur riconoscendo i meriti dell’Uršiš non gli risparmia anche critiche in particolare sulla datazione approssimativa delle opere del Vrtav e l’aver considerato lo Šarf solamente pittore e non anche un valido scultore.

Concludendo il suo intervento il decano di Caporetto ha citato lo storico dell’arte slovena France Stele che ha affermato che gli scambi tra Friuli e Slovenia non erano solo di tipo culturale.
Tra il 15. e 16. secolo c’era nei due sensi un intenso traffico commerciale ed economico certificato anche dalla presenza a Udine dell’attiva confraternita di san Girolamo di cui fu presidente Jakob di Škofja Loka, probabilmente quello scultore che collaborò con il più famoso Andrea.
gb
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