I 700 anni della chiesa di san Nicolò


La chiesette alpestre sopra Jainich di San Leonardo
Lungo la bella strada asfaltata che da Castelmonte va a Tnbil di Sopra, su di un ripiano, circondata da tigli e castagni, si trova la chiesetta di S. Nicolò in Jainieh.
Il paesetto è situato poco discosto e sottostante, servito dalla strada che sale da S. Leonardo per incontrarsi con la panoramica regionale.

Jainich è un paesetto che ha tentato, per quanto è stato possibile, di mantenere le caratteristiche peculiari dell’architettura montana tipica della zona.
Ma pure qui, la civiltà dei consumi ed i riatti postsismici hanno stravolto il tipico e spontaneo insediamento millenario.

La chiesetta domina il paesetto e le borgate sottostanti.
La sua primitiva costruzione è ampiamente documentata.
Da un regesto notarile del secolo XIII, trascriviamo:
«1294, die penultimo Februarij. Licentia data Ottolino de Canussio de Civitate faciendi Cappellam sancti Nicolai in villa Jaynich, solvendo annuatim Camerae D. m Patriarchae libras 1 cerae, et D.no Capitulo Civitatis unam aliam libram in festo purifficationis, per manum ser Vualterij notarii Civitatis»
(G. Bragato, Re gesti di documenti friulani del sec. XIII. Da un codice DE RUBEIS, Cividale del Friuli 1914, p. 25.
Estratto dalle M.S.F., voll. V—X, 1909—1914).

Inoltre, durante il restauro del 1959 gli operai che demolirono la mensa del vecchio altare trovarono tre teche-reliquiari in terracotta di notevole valore storico.
Si trattò dei sigilli dei vescovi consacranti con relative iscrizioni.
Furono decifrate da mons. Giulielmo Biasutti; sulla prima teca stava scritto:
S(igillum) LEONARDI TERG. SUBCOLLEC. APOSTOLICI,
cioè
Leonardo di Trieste sottocollettore papale.

Sulla seconda:
S(igillum) IACOBI VALARESSI EPI IUSTINOPOLITANI,
cioè
Giacomo Valaresso vescovo di Capodistria.

Sulla terza:
S(igillum) DANIELIS RUPEI EPI CAPRUL,
cioè
Daniele Rosso vescovo di Caorle.

Del primo non si sa bene se fosse vescovo di Trieste o vescovo vicario del Patriarca.
Comunque, è certo che la prima consacrazione dell’altare, e quindi della chiesa, è anteriore al 1300.
Infatti, la traduzione del regesto non ammette dubbi:
il 27 febbraio 1294 fu data licenza al nobile Ottolino de Canussio di Cividale di fabbricare la cappella di s. Nicolò nella Villa (paese) di Jainich, pagando una libbra di cera alla Camera del patriarca e un’altra al Capitolo di Cividale nella festa della Purificazione (2 febbraio) ogni anno, documento redatto per mano del notaio cividalese Valterio.
Ovviamente il paesetto di Jainich era feudo di Ottolino de Canussio di Cividale.

In data 7 dicembre 1299, ci fu riconoscimento dei beni avuti in feudo dal Patriarca a pro di Candido de Canussio riguardanti le ville di Oblizza, Jainich, e sette mansi in Fiumicello, atto redatto per mano del notaio Antonio di Cividale (1299, die 7 Decembris, recognitio D.ni Candidi de Canussio in feudum a D.no Patriarcha villae Oblicae et ville Jajnich, et septem mansorum in Flumiselli, per itianum ser Antonii notarii Civitatis.
(G. Bragato, Regesti di documenti friulani del sec. XIII, cit. p. 33).

La seconda consacrazione di codesta chiesa avvenne duecento anni dopo circa, dato che il vescovo Valaresso governò la Chiesa di Capodistria dal 1482 al 1503.

La terza consacrazione, si sa che avvenne nel 1525 perché la data è incisa sotto la volta della porta, e coincide col fatto che il vescovo Daniele Rosso (De Rubeis) governò la chiesa di Caorle dal 1515 al 1538.
Per cui la terza consacrazione è stata la conseguenza dell’evento sismico del 1511.

Questa cappella fu restaurata completamente e radicalmente nel 1840 assumendo uno stile secentesco, mentre prima del restauro era in stile gotico sloveno come la maggior parte degli edifici cultuali presenti in zona.
Ancora al presente la chiesa mostra la porta archiacuta e le finestrelle ogivali.

Credo si debba dare un doveroso risalto all’antichità delle chiesette campestri o alpestri che siano, perché onnai sono le ultime vestigia della nostra storia paesana.
Tarcisio Venuti
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