Altana - Utana


Uno splendido balcone sulle Valli del Natisonee



Salendo dall’abitato di San Leonardo / Podutana verso la chiesa e proseguendo lungo la strada che, dopo alcuni tornan­ti, si snoda agevolmente sul declivio del monte San Nicolò, si raggiunge la frazio­ne di Altana / Utana (gu Utan(i), iz Utane, utanski.

Abitanti: Utanac / Utanci o Utančanj / Utančanji). Oltre il paese, la strada raggiunge l’a­bitato di Iainich / Jagnjed e dopo l’incrocio in località Trivio Špik prosegue verso Castebnonte / Stara Gora.




Altana si trova a 429 m.s.m., a mezza costa rispetto all’altu­ra sovrastante (monte San Nicolò I Svet Šink1avž, 719 m.s.m. e il rilievo minore chia­mato Graja). E’ situata in posi­zione favorevole e ben esposta al sole ed in passato era cir­condata da prati e terreni che, grazie alla loro fertilità, erano coltivati a viti e alberi da frutto.

­Le case sono disposte a grappolo attorno alla direttrice stradale principale che attra­versa il paese, alcune di esse sono state ristrutturate dopo il terremoto del 1976 nel rispetto dell’architettura tradizionale locale.




Tra Altana e Iainich, scorro­no diversi corsi d’acqua / patoki, che confluiscono nel patok Pod Tamoran; questo scende lungo il pendio in dire­zione di San Leonardo e a valle delle cascate di Kot con­fluisce nella Roja, che costeggia parte della frazione a fon­dovalle.




Se all’altezza delle prime abitazioni si svolta a sinistra per poi imboccare una stradina bianca, si scende verso la chiesa di Sant’Abramo / Svet Abram, risalente al periodo compreso tra i secoli XIV e XV, che si trova in posizione solitaria ma strategica, su un altipiano rivolto verso la valle dell’Erbezzo (a 389 m.s.nì.), ed equidistante dalle frazioni di Altana, Seuza / Seucè e Iessegna I Jesenje, paesi per i quali la chiesetta era nel passa­to il luogo di culto di riferi­mento.

L’edificio attuale di tipo gotico sloveno, è databile attorno al 1535-1536, periodo in cui in tutte le nostre vallate si procedette a lavori di restau­ro per ovviare ai danni causati dai sismi del 1511 e del 1513. Anche le campane, fuse pres­so un laboratorio di Lubiana, avevano inciso come data di fabbricazione l’anno 1535; queste rimasero al loro posto per centinaia di anni, fmo a quando durante i primi anni ‘20 del secolo scorso furono rubate. Nel tempo l’edificio ha subito numerose modifiche ed alterazioni tra cui un interven­to importante nel 1894, mentre il campanile, così come lo vediamò ora, è stato costruito nel 1910.

In paese c’è anche una cap­pella dedicata alla Madonna, che sull’arco sovrastante l’in­gresso porta un’iscrizione incompleta di cui si legge la frase «...labe concepta Marijia Brezmadega».







Plesso scolastico, munici­pio, ufficio postale, ambulato­rio medico, farmacia ed eser­cizi commerciali, raggruppati nei centri di Scrutto e Merso Superiore distano circa tre km. In paese è ancora aperto un bar. La zona non è coperta dal servizio pubblico di trasporto, quindi gli spostamenti e l’ac­cesso ai servizi per chi non è autosufficiente o non possiede un’automobile non sono age­voli.

La popolazione residente nel 1961, secondo i dati del censi­mento Istat, ammontava a 92 unità. Dispiace constatare dai dati più recenti (relativi al 31/12/2003) che gli abitanti sono solo 32, equamente sud­divisi tra maschi e femmine.




Destinazioni principali delle passate emigrazioni furono Svezia, Belgio, Svizzera, Argentina, Canada ed, in Italia, la città di Milano.




Le ditte iscritte alla Cciaa sono 7 (1 forestale, agricoltori, 1 bar, artigiani).
Attualmente in paese ci sono 15 automobili e 6 mezzi agricoli di proprietà dei residenti.

Nativo di Altana fu don Valentino Bledig (Altana 1815-1892), sacerdote e mae­stro che operò durante tutta la sua vita tra le valli del Natisone e la val Resia. Convinto sostenitore dell’uso del dialetto anche nell’ambito della pratica religiosa, fu pro­babilmente l’autore delle lezioni in resiano sui sette Sacramenti, pubblicate col titolo di «Christjanske Uzhilo» da Baudouin de Courtenay nel 1913.




Il toponimo Altana ha origi­ni latine e, nella zona della Benečija, indica «i campicelli a terrazzo ricavati lungo i pen­dii dei colli orientali, di solito a mezzogiorno». Utana è dun­que la forma slovena derivata dal toponimo latino originario, in seguito alla contrazione del gruppo «Al» in «U».
Stefania Carlig
da DOM
foto LINTVER
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