La parrocchia di Lasiz

Da una ricerca di Giorgio Banchig.
Da un documento del IX secolo risulta che il 1° settembre 888 il re Berengario donò al diacono Felice, la cui lapide funeraria si trova nella Grotta di Antro, oltre al paese di Antro, ai terreni di Pegliano e ai campi di Brischis anche i prati di Lasiz.

A partire da questa data la storia di Lasiz si perde nella oscurità dei secoli medioevali.

L'attuale parrocchia, dapprima legata a S. Pietro al Natisone, dal 1717 fu curata dal cappellano di Antro.

I documenti non ci riportano la data precisa della costituzione della cappellania di Lasiz. Sappiamo però che esisteva prima del 1852, anno in cui il Commissario imperiale di S. Pietro al Natisone con una lettera datata al 26 ottobre (n. 2827) chiedeva alla deputazione comunale di Tarcetta la situazione economica e gli obblighi dei cappellani di Lasiz ed Erbezzo.

Allora era cappellano di Lasiz don Giovanni Clignon da Cicigolis.

Successore di don Clignon fu don Giovanni Domenis da Rodda, uomo di fede molto semplice e bonario, che cominciò ad interessarsi per la costruzione della canonica.

Dopo pochi anni di permanenza a Lasiz don Domenis fu trasferito a Masarolis e la cappellania fu affidata ad un giovane sacerdote di S. Pietro al Natisone: don Antonio Podrecca. Fu un prete stimato in tutta la valle; era esperto in medicina e in avvocatura.
Spettò a lui, dopo non facili trattative, iniziare e portare a termine la costruzione dell'attuale casa canonica.

Alla morte di don Antonio, avvenuta nel 1895 fu nuovamente nominato cappellano don Giovanni Domenis da Rodda. Don Giovanni morì nel suo paese natale il 29 dicembre 1908, dopo lunga malattia.

La lista dei cappellani continua con don Vittorio Squazzolini di Sanguarzo, che rimase a Lasiz per cinque anni.

Dopo un lunghissimo periodo, in cui la cappellania rimase vacante, nel 1920 fece ingresso a Lasiz don Antonio Cuffolo nato a Platischis nel 1889. Sacerdote santo e molto attivo don Antonio lavorò instancabilmente facendo di Lasiz una fiorente cappellania.
Lo spazio ci permette solo di elencare le opere principali, che furono realizzate durante i 39 anni di permanenza di don Antonio: ampliò la canonica, fece rifondere le campane e scolpire una nuova statua di S. Antonio per l'altare maggiore e con tanto sacrificio suo e della popolazione ampliò e rimodernò la chiesa parrocchiale e fece fare i due altari laterali.

Dopo l'inaspettata morte di don Antonio, avvenuta il 13 ottobre 1959, nel maggio dell'anno successivo don Mario Cernet da Montefosca fece il suo ingresso a Lasiz. L'opera di don Mario fu rivolta soprattutto alla cura del canto e delle celebrazioni liturgiche.
Successe a don Cernet, nominato parroco di Camporosso in Valcanale, il santo e pio sacerdote don Antonio Vidimar da Cergneu. Nonostante la sua tarda età e la salute cagionevole, don Antonio portò a termine due importanti opere parrocchiali: fece ampliare la sacristia ed elettrificare le campane.

Dopo la morte di don Vidimar, a causa della scarsità di sacerdoti la parrocchia fu affidata a don Walter Zaban parroco di Antro che, dall'aprile del 1967, si impegnò a compiere il servizio parrocchiale completo anche se con tanto sacrificio.
Giorgio Banchig

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