TOPONIMI del Comune di Drenchia

Božo Zuanella ha fatto una ricerca sul significato dei toponimi di tutti i paesi delle Valli, pubblicata a suo tempo ( anni 1980-86) su DOM. E' augurabile che quanto prima questo lungo lavoro, assieme a quello sul significato dei cognomi, diventi oggetto di pubblicazione. Nel frattempo chi lo desidera può consultare il significato del nome del suo paese su Lintver. Il nome del paese può essere ricercato col motore di ricerca interno.

DREKA (Drenchia)

" u Dreki, iz Dreke ". Gli abitanti: " Dréčanj ".

A. 1274 sub monte de Troncha; a. 1295 homines ville Tranche; a. 1327 in Troncha in loco qui dicitur Obenet; a. 1329 " in villa di Darnaco " (citato da Simon Rutar in " Beneška Slovenija ", pag. 124); a. 1419 Velicogna de Trancha; a. 1500 c. Drencha (MS di Castelmonte); a. 1679 Zodri de Drenchia; a. 1770 Trenkla.

Innanzitutto bisogna dire che questo toponimo non ha nulla a che vedere con la voce dialettale "drèk" (dal tedesco " Dreck " = sterco). Sono stati in molti a studiare questo toponimo senza tuttavia approdare ad un risultato concreto e soddisfacente; la etimologia infatti, non è una scienza esatta e la soluzione di certi problemi richiede studi, ricerche, approfondimenti e ripensamenti che possono durare anni ed anni. Spero soltanto che anche il mio contributo dia qualche indicazione utile per la esatta interpretazione del toponimo Dreka / Drenchia.

A) Dreka/Drenchia è un toponimo " collettivo " in quanto non indica soltanto una località particolare (Gorenja in Dolenja Dreka / Drenchia superiore e inferiore) ma una vasta area geografica sulla quale sono disseminati molti paesi; infatti quando si dice: " Grem v Dreko " (Vado a Drenchia) si intende riferirsi alla zona di Drenchia in generce non a un paese specifico, particolare.

Questa osservazione è convalidata dalle due annotazioni antiche del 1274 e del 1327 (vedi sopra); quest'ultima si può tradurre così: " nel territorio di Drenchia e specificamente in località Obenetto ". Ora, tenuto conto di questo dato importante, è facile supporre che nel toponimo Dreka si nascondano delle caratteristiche che sono comuni a una vasta area geografica. Altri toponimi " collettivi " presenti nelle Valli del Natisone sono:

Ofijan/Pegliano, Ruonac/Rodda e Marsin/Mersino.

B) Prendo come punto di partenza l'annotazione antica "in Darnaco" (= Darnach) che è praticamente contemporanea a Troncha e a Tranche. Credo infatti che queste ultime due forme derivano da Dornach o da Darnach attraverso i passaggi seguenti: Dornach> Tornach> Troncha oppure Darnach> Tarnach> Trancha o Tranche. Ciò si comprende se si tiene presente quanto segue: la D iniziale, nelle trascrizioni antiche, si trasforma facilmente in T (esempi: Pobrava > a. 1291 Tobrawa; Daber> Taber; Dobrepolje> Troppolach; Dobrno> in Thobonem; Drenovec> a. 1353 Trenabicz. (Cfr. E. Bezlaj ESSJ, I, pag. 106, 112). Può darsi che Dornach sia diventato Darnach come la voce dialettale " Taht " lucignolo) dal tedesco " Docht ".

Il passaggio da Tornach a Troncha e da Tarnach a Trancha è avvenuto mediante la trasposizione delle lettere all'interno della parola. E' possibile che la radice di "Darnach" o di "troncha" sia la voce tedesca " Dorn " (=spina) da cui deriva lo aggettivo " dornig " o " dornich "(= spinoso); non dobbiamo trascurare il fatto che la zona di Drenchia è stata fino a 200 anni fa legata al territorio di Tolmino dove l'elemento o l'influenza tedesca era più marcata che da noi.

In un periodo successivo c'è stata probabilmente una sovrapposizione o una interferenza sul toponimo Troncha del sostantivo sloveno " Dren " o " Drenak " da cui ha avuto origine la denominazione più recente "Trench(i)a" o "Trenkia" che ha prodotto a sua volta le attuali forme Drenchia e Dreka (quest'ultima mediante denasalizazione); non scarto l'ipotesi che anche il toponimo Trinko (it. Trinco) sia una variante di " Trenkia " prodotto sotto l'influsso della voce dialettale " Drienak " (= corgnolo, i cui frutti qui da noi si chiamano " drinjule "). Non possiamo escluderlo " tout court " dato che Trinko si trova al centro della zona di Drenchia.

Se poi teniamo presente che il vocabolo sloveno " drenek "(= corniolo) ha prodotto i seguenti toponimi e microtoponimi: Drenik, Drensko, Drenki (F. Bezlaj, ESSJ, I, pag. 112) è facile supporre che anche Drenchia/Dreka abbia subito un qualche influsso da parte di " drenek ".

C) Non possiamo neppure escludere la possibilità che la locuzione slovena " v Tarnjah " (=nello spipeto) sia stata trascritta nella forma " in Darn(j)ach " (a. 1329 in villa di " Darnac(o) ") e che da questa base (considerata come tedesca) siano sorte le forme successive cui ho fatto cenno nel paragrafo B; non dimentichiamo infatti che lo sloveno " trn " (dial. <(tarin " = spino) equivale al tedesco " Dorn " e che la forma tedesca del toponimo " Trnje " in Carinzia è appunto Dornach: tutte e due le forme hanno lo stesso significato di " spineto o luogo ricco di spine ".

A questo punto è bene notare che il vocabolo " dren" (= corniolo) si ritrova in quasi tutte le lingue slave ed ha assunto in qualche caso anche il significato di " tra " (= spina) o di " Berberis " (= crespino, arbusto spinoso che cresce nella zona montana e submontana); nella lingua germanica antica il corniolo si chiamava anche " tyrn ", voce che è molto vicina, almeno dal punto di vista fonetico ai nostri " dren " e " trn ".

D) Il toponimo Drenchia/Dreka ha originato numerosi cognomi tra cui Dreščak (= l'abitante di Drenchia; a. 1681 Dreszach de Drenchia) e Drešič (= diminutivo di Dreščak; a. 1631 Dreszihk, a. 1659 Drescig). A noi interessano in modo particolare Dornjak (Dorgnach) e Drekonja (Drecogna). Iniziamo ad esaminare il primo; a. 1653 Dornig, in seguito Dornich, Dorniach e infine Dornjak (Dorgnach).

Anche se non escludo che questo cognome derivi da " Dvornik " (" dvor " = corte, cortile) io lo collego piuttosto al sostantivo tedesco Dorn (= spino) o all'aggettivo " Dornig, Dornich (= spinoso) che hanno attinenza con il toponimo Dreka/Drenchia come abbiamo potuto notare nei paragrafi B e C. Si tratta naturalmente di una ipotesi che però non mi sento di scartare in modo assoluto.

Più interessante è il cognome Drekònja (Drecogna); ecco la sua probabile genesi: il cognome Trakonja (Tracogna) tuttora presente nella Benečija, ma di cui non ho trovato riscontri antichi, si collega probabilmente a Tranche o a Trancha (da notare nel cognome la denasalizzazione già avvenuta); questo cognome si è poi trasformato in Drakonja (a. 1602 Dracogna) e successivamente in Drekonja (a. 1654 Drecogna).

E) Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che il toponimo Dreka sia di origine preslava o preromana; personalmente ho dei forti dubbi in proposito avvalorati dai seguenti motivi:

1) Nessuno, per quel che mi consta, ha preso in considerazione la annotazione antica " in villa di Darnaco" (= Darnach) che è praticamente contemporanea a Troncha e a Tranche.

2) E' poco probabile che nella zona di Drenchia, una delle più inacessibili ed emarginate dal punto di vista geografico, ci siano state nel periodo preslavo e preromano degli insediamenti abitativi; dalla storia sappiamo infatti che i primi probabili abitanti erano dei pastori provenienti dalla Valle dell'Isonzo (Volče / Volzana presso Tolmino) i quali si recavano nella zona per pascolare il bestiame durante il periodo estivo; soltanto in seguito si sono stabiliti sul posto in maniera stabile ed hanno creato i nuclei abitativi attuali.

Tracce dell'influsso tedesco che questi sloveni hanno portato dalla Valle dell'Isonzo si riscontrano ad es. nel toponimo e cognome Cuodap (it. Zuodar) e nel toponimo Štuoblank dove si trova la chiesa omonima di San Volfango. Da notare che prima del 1784 Drenchia era soggetta ecclesiasticamente alla parrocchia di Volče! Volzana.

F) Nelle Valli del Natisone sono numerosi i microtoponimi derivati da " Trn " o da " dren ". Eccone alcuni: " Tàrnje" (presso Biacis, Stermizza, S. Pietro al Natisone), "Tarnòuca" (presso Stregna), "Drienouščak " (presso Tercimonte), " Drienjounjak " tra Jeronizza e Stermizza), " Drienje " (Clastra), " Drenùovca" (Oblizza), " Gor za Drienkam " (presso Oznebrida / Drenchia), " Tau Drénki" (presso Rodda di Pulfero). " Drienak" è anche il nome di un antico vitigno nostrano ormai scomparso.

Conclusione: credo che Dreka / Drenchia non si possa dissociare dalle voci slovene "Trn " e " Dren " e, indirettamente, dal sostantivo tedesco "fDorn" o dall'aggettivo "Dornich". Il significato del toponimo dovrebbe essere dunque il seguente:

TRINKO (Trinco)

" ta par Trince, ta od Trinka ". Toponimo e cognome.

Dall'anno 1643 è annotata sempre la forma Trinco.

Il prof. Baudouin de Courtenay in una lettera indirizzata a mons. Ivan Trinko, che gli aveva chiesto l'origine del suo cognome (Trinko), gli fa notare che deriva probabilmente dal fitonimo " trn" (= spina; diminutivo: " trnek "; forma dialettale " tarìn ").

(manca la continuazione)

CUODAR (Zuodar)

" ta par Cuodarne, ta od Cùodarna "; gli abitanti: Cuodernjan.

A. 1601 Juri Zodri (cognome a Brišče / Brischis), a. 1679 Zodri de Drenchia, a. 1713 Zudri (cognome nella parrocchia di S. Leonardo).

Come si può notare il toponimo deriva da un cognome che, come fa notare Pavle Merkù, è di derivazione e di significato oscuro; probabilmente si tratta di un cognome portato nelle nostre zone da qualche antico immigrato tedesco e da identificare con i cognomi Cuder, Cuderman presenti nella Gorenjska e nella Primorska (cfr. P. Merkù: Slovenski priimki na zahodni meji, stran 18, " Mladika ", Trst 1980). La n che è presente nella declinazione di Cuodar (es.: " ta par Cuodarne) non è altro che una particella funzionale avente lo scopo di aiutare la declinazione del nome e di agevolarne la pronuncia; questa particella n, preceduta alle volte anche dalla I (ln) viene usata nel nostro dialetto soprattutto per declinare determinati nomi propri di persona (es.: "ta par Marione ", " ta od Renatona ", "ta par Ninolne ", " ta od Fabiona ", " ta od Marčelona ", ecc.).

BRIEG (Clabuzzaro)

" ta na Briegu, taz Briega o Brega "; gli abitanti: " Brežàni ".

A. 1655 Clabuzzar (passo di Clabuzzaro); a. 1738 Ruttar de Clabuzar (c index baptizatorum " paroeciae S. Leonardi Sclavorum).

Anche se si tratta di una minuscola frazione del comune di Drenchia (la più orientale di tutte le valli) Brieg/Clabuzzaro è ricordato nella storia per aver dato il nome al passo omonimo di Clabuzzaro, uno dei cinque (Stupizza, Luico, Clinaz, Clabuzzaro e San Nicolò presso Jainich) che gli sloveni delle Banche di Antro e di Merso dovevano difendere e custodire sotto la Repubblica di Venezia.

Il significato di Brieg è noto a tutti gli sloveni e non ha bisogno di particolari spiegazioni: "breg" (dial. " brieg ") nella lingua slovena significa: " riva, colle " mentre nel dialetto delle Valli sta ad indicare la "montagna " in genere.

E' interessante far notare che la denominazione Brieg viene usata solo dagli abitanti del comune di Drenchia mentre gli sloveni che vivono fuori zona chiamano la località: Klabučar. Il monte sulle cui falde sorge il paese di Brieg è conosciuto dagli sloveni delle Valli come " Klabùk "ed è naturale e comprensibile che l'abitante o gli abitanti di Brieg venissero chiamati dalle popolazioni vicine rispettivamente: " Klabučar" e "Klabuàčarji" nel significato di: "L'abitante e gli abitanti del monte Klabuk ".

Da qui è sorta la forma italiana Clabuzzaro che è di chiara origine slovena; il monte Klabuk viene chiamato così per la sua caratteristica forma "a cappello)> (sl. "klobuk" = cappello). La denominazione Klabučar / Clabuzzaro non ha quindi nulla in comune col cognome Klabučar (= fabbricante di cappelli).

Il passo Slieme, chiamato anticamente anche passo di Clabuzzaro, si trova nei pressi del monte " Klabuk " e del paese di Brieg ed è quindi naturale che abbia preso il nome da quest'ultima località chiamata, come abbiamo visto, anche Klabučar / Clabuzzaro.

L'attuale valico di frontiera fra l'Italia e la Jugoslavia che si trova un po più ad ovest, ha preso il nome dalla località (microtoponimo) di " Solarje ". Un'altro monte Klabuk esiste presso il M. Ivanac. (Com. di Faedis).

PRAPONCA (Prapotnizza)

" v Pràponci, iz Pràponce "; gli abitanti: " Pràponščanj' ".

a. 1628 Prapotnig (cognome); a. 1681 Prapotnig de Praponza; a. 1725 Prapotnig de Prapotnizza.

Il toponimo deriva da un fitonimo (= nome di una pianta, di un'erba e simili) che nel nostro caso è il sostantivo sloveno " praprot " (=felce); l'aggettivo " praproten " abbinato al suffisso -ica dà Praprotnica (= terreno ricco di felci) da cui è stata ricavata la forma dialettale Praponca mediante i seguenti passaggi: Praprotnica>Prapotnica (lenizione e perdita della r) >Praponca (perdita della t e della i mediante normale riduzione, fenomeno questo tipico dei dialetti sloveni).

I toponimi che derivano da " praprot " e che sono presenti sul territorio linguistico sloveno della nostra Regione sono i seguenti: Praprot (it. Prepotto) presso Šempolaj (it. San Pelagio) in provincia di Trieste; Prapotno (it. Prepotto) nella valle dello Judrio: si tratta di un aggettivo sostantivo (da " pràproten ") e significa: " terreno particolarmente ricco di felci "; Prapotišča (it. Prepotischis) nella valle dello Judrio: deriva da " Praprot " + il tipico suffisso -išče e il significato del toponimo è pressochè identico ai precedenti; nella forma italiana c'è da notare praticamente soltanto la trasformazione del suffisso sloveno -išče in -ischis (cfr. ad es. Ceplesišče> Cepletischis, Brilče > Bnischis).

Presso Zveninac/Sveninaz di Gnimacco e presso Erbezzo (Pulfero) esiste il microtoponimo " Pràponca " che ha la stessa origine e lo stesso significato di Praponca/Prapotnizza; da notare che in quest'ultimo toponimo la forma ufficiale italiana Prapotnizza (Prapotnica) è più aderente alla forma letteraria slovena (Praprotnica) di quanto lo sia la denominazione dialettale locale (Pràponca).

ZAVÀRT (Zavart)

" ta za Vàrtan, ta zad Vàrta "

Non esistono annotazioni antiche di questo paese considerato probabilmente nel passato come frazione di Dubenije.

La etimologia di Zavart è semplicissima e significa: " luogo posto dietro l'orto "; " vart " nelle valli del Natisone significa infatti: " l'orto situato presso la casa o nelle immediate vicinanze del paese ".

Il nome della località è stato dato probabilmente dagli abitanti di Dubenije i quali, per recarsi nel piccolo paesino che stava formandosi, dovevano andare " tje za vart ", ossia " dietro gli orti del proprio paese ".

I microtoponimi del tipo " vàrt ", " za vàrtan " sono presenti in tutti i paesi delle Valli del Natisone.

ŠTUOBLANK (it. San Volfango)

" ta pan Svetim Štuoblance, ta od Svetega Štuoblanka ".

La località ha preso il nome dall'omonima chiesa dedicata a S. Volfango e comprende la casa canonica, una osteria e le scuole elementari, a. 1727 Gariupp de S. Wolfg. (= San Volfango).

La forma slovena Štuoblank è sorta dalla unione di Šent (= Santo) ±Bolfenk (Volfango) cui è seguito il fenomeno della riduzione e della agglutinazione (cfr. il toponimo Špietan/San Pietro al Nat., già trattato su queste pagine, dove vengono riportati diversi esempi relativi ai toponimi tratti da Šent ± un agionimo).

La gente, non avvertendo la presenza dell'aggettivo " Santo " che è già compreso in Stuoblank, gli ha aggiunto un altro " Svet " rendendo San Volfango doppiamente... santo!

Per nostra comodità trattiamo ora due toponimi che, pur trovandosi nel territorio del comune di Grimacco/Garmàk, fanno parte dal punto di vista geografico della zona di Drenchia e dal punto di vista ecclesiastico della parrocchia di S. Volfango. Si tratta di Skale (it. Scale) e di Rukin (Rucchin).

SKALE (Scale)

" v Skalah, taz Skal";

a. 1622 Margheta Gubanza di Scala; a. 1688 Jurman de Scala.

Il toponimo, per uno sloveno, è trasparente e deriva dal sostantivo "skala" (plurale: "skale") che significa: parete rocciosa, pietra, pietrame, ecc. Sinonimi di "skale" sono: "kras", "čelò", "peč", ecc.

Skale ha preso il nome dalla configurazione geografica del terreno su cui è situata. Dal sostantivo " skala " è sorto il cognome Skaunik (Scaunich) presente a San Leonardo e l'idronimo Skaunjak (chiamato anche " Lolki patok ") presso Lotac (Sovodnje): si tratta di un torrente che scorre tra pietre e rocce e non si poteva chiamarlo con un nome geograco più appropriato e preciso.

RUKIN (Rucchin)

ta par -Rukine, ta od Rukina ". Gli abitanti " Rukinci ".

a. 1632 Zufferli de Zalocili; a. 1679 Ruchin de Zalozila; a. 1721 Jurman de Zadlocihl; a. 1738 Zufferli de Zalozhila; a. 1602 Unban Ruchin, Juri Ruchin.

Le fonti storiche parlano del paesino di Zaločila e non di Rukin/Rucchin; l'antica denominazione è scomparsa nel secolo scorso (Simon Rutar annota nella sua " Beneška Slovenija " già nel 1899: " Rukin ali Zaločila ") dando luogo a quella ufficiale attualmente in uso. Dalle annotazioni del 1602 e 1679 si evince che Rukin/Rucchin non è altro che un nome proprio o un cognome.

Credo che Rukin sia il diminutivo in -in dell'agionimo Ròk (Svet Ròk = San Rocco; diminutivo = Rokìn); Rokin si è poi trasformato in Rukin alla stregua di Mohòr>Muhòr.

Zaločilo invece significa: dietro il " ločilo "; questo ultimo è un sostantivo deverbiale e deriva da " lo#iti " = separare, dividere. " Ločilo " sarebbe un " segno di divisione, punto di separazione, linea di confine tra comuni, paesi e proprietà; spartiacque, crinale di montagne, ecc. ".

Zaločilo (ted. Hart) è un toponimo presente nella Carinzia slovena e microtoponimo presso Cravero/ Kravan; " Ločilo " infine è un microtoponimo presso Sovodnje/Savogna. La gente del luogo chiama attualmente Ruchin/Rukin il gruppetto di case che si trova presso la strada provinciale ed è orientato verso l'ampio anfieatro naturale rappresentato dalla zona di Drenchia mentre Zaločila viene chiamata la borgatella situata appena dietro (za) il crinale montagnoso (" ločilo ") che separa la valle dello Judrio dalle Valli del Natisone.

BLÌŠČ (case Blisc)

" Do pan Blišče, gor od Blišča ".

Casali abbandonati. La spiegazione dei nomi di famiglia si presenta molto ardua in quanto questi derivano spesso non solo da un nome di santo (= agionimo) ma anche da un soprannome che può essere legato a una infinità di circostanze che non sempre si possono conoscere e documentare.
Božo Zuanella

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