Sulle strade di Andrea da Loka



Dopo oltre mezzo millennio le strade percorse dal mastro Andrea da Škofja Loka, nonostante alcuni periodi bui e i muri dei preconcetti e delle contrapposizioni ideologiche, portano ancora alla conoscenza ed alla collaborazione tra i popoli che vivono in questa parte d’Europa e che per tanti secoli hanno riconosciuto Aquileia madre della fede comune e maestra di rispetto delle culture e di tolleranza tra i popoli.
E' stata questa l’idea conduttrice degli interventi che si sono susseguiti nel corso della presentazione del volume «Sulle strade di Andrea da Loka - Po poteh Andreja iz Loke», che raccoglie le relazio­ni di studiosi sloveni e friulani esposte nel corso del 18. ciclo dei Benečanski kulturni dnevi che si è svolto a San Pietro nell’ottobre e novembre 1992 e che aveva come tema «Gli scambi cultu­rali ed artistici tra la Slovema ed il Friuli dal XV al XVIII secolo».

Paolo Petricig nel presentare il volume ha messo in rilievo la sua accurata veste tipografica, la vasta e puntuale documentazione fotografica di Michele Voncini attuata con la collaborazione di Luca Laureati, la scelta di proporre sia in ita­liano che in sloveno le relazioni ed ha ringraziato gli enti che hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione che, ha sottolineato Petricig, ha il merito di «riparare al torto fatto a questa terra togliendole il ruolo di luogo di scambio tra Friuli e Slovenia».

È poi intervenuto il sindaco di San Pietro, Fir­mino Marimg, portando il saluto ai i sindaci e ai rappresentanti dei comuni comuni di Tolniino, Nova Gorica, Idrija e Škofja Loka, che hanno aderito alla manifestazione dimostrando un cre­scente interesse nei confronti degli scambi cultu­rali ed economici tra le regioni di confine.
Mari­nig ha invitato tutti a «superare i vecchi steccati nazionalistici e le contrapposizioni» che si verificano nelle nostre valli soprattutto quando si trat­ta di iniziative a favore della valorizzazione della cultura slovena locale.

Sono poi intervenuti tutti i relatori che hanno sviluppato il tema di una rinnovata collaborazio­ne tra Friuli e Slovenia non solo per riscoprire le strade percorse dagli artisti sloveni e friulani che si sono spinti nelle regioni vicine portando il loro ingegno e la loro cultura che affondava nella comune radice della Chiesa di Aquileia.

Il parroco di Caporetto, mons. Franc Rupnik, ha ricordato come sono nati i contatti con gli stu­diosi friulani che erano alla ricerca di documenti e testimonianze sugli artisti sloveni che operava­no nelle valli del Natisone e nel Friuli.

Mons. Gian Carlo Menis, direttore del museo diocesano, ha detto che il volume «arricchisce la letteratura storico-artistica della Regione ed è uno strumento di lettura dell’ambiente e dei monumenti della Slavia Friulana» ed ha sottolineato la positività che la pubblicazione sia stata stampata in sloveno ed italiano: in questo modo essa si inserisce in quel costante incontro di culture che caratterizza la storia della nostra Regio­ne.

Mons Menis ha poi parlato della funzione dei Patriarcato di Aquileia che «è stato l’unico posto in Europa dove le tre maggiori culture europee, latina germanica e slava, si sono incontrate ed hanno costruito una civiltà di pace».
Il Patriarca­to, ha sottolineato lo storico friulano, è stato anche un modello di convivenza socio-culturale che può rappresentare un paradigma nello sforzo di costruzione della nuova Europa, della quale gli artefici non saranno nè i mercanti nè i politici degli stati nazionali ma i piccoli popoli che da sempre hanno collaborato assieme superando le diversità culturali e linguistiche.

Lo storico dell’arte Emilijan Cevc ha salutato con gioia l’uscita di questo volume che contribuirà ad aumentare i contatti tra gli studiosi delle due regioni e ad approfondire le ricerche sulle «arti periferiche» che si sono sviluppate tra Friu­li e Slovenia dal 14. al 18 secolo.

Silvester Gaberšček del Ministero della cultu­ra della Slovema, che ha contribuito alla realiz­zazione di quest’opera, ha invitato a continuare sui sentieri intrapresi, mentre Tarcisio Venuti, lo studioso che ha dato un forte contributo alla conoscenza delle chiese votive, ha espresso il desiderio che vengano continuati gli studi sulle chiese della Slavia che rappresentano un campo interessantissimo di ricerche che possono portare ad importanti scoperte di carattere artistico.

Giovanni Maria Del Basso, dell’Università di Udine, ha lanciato la proposta che vengano orga­nizzati convegni periodici tra gli studiosi di Slo­venia e Friuli per approfondire gli elementi che uniscono e che dividono queste regioni.
G.B.
DOM 1995
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