A Lusevera San Martino col Pod Lipo



L'uggiosa giornata di domenica, che relegava l'occhio entro il cerchio di basse nuvole che circondavano Lusevera, nè si addiceva nè rendeva giustizia al caldo e sereno clima della stupenda chiesa nella quale la comunità parrocchiale festeggiava san Martino con la partecipazione del coro Pod Lipo.

Sicuramente anche la dolce musica dei canti tradizionali sloveni, eseguiti ad arte dal Pod Lipo in un momento di grazia anche a causa delle registrazioni per il nuovo CD di canti religiosi, ingentiliva e nobilitava l'ambiente conferendogli ancor maggiore dignità.
La consapevolezza di aver offerto qualcosa di gradito alla comunità parrocchiale di Lusevera infervorava gli animi e offriva ai coristi la coscienza dei momenti più belli.

Anche la comunità di Lusevera ha offerto ai coristi motivi di intenso piacere.
E non parliamo dell'ottimo rinfresco dopo la messa, piuttosto del fatto davvero inaspettato di aver potuto ascoltare una lettura della messa recitata in perfetto vernacolo nella lingua slovena del Torre.

Lo scrivente può solo ipotizzare i reali sentimenti passati nell'animo di ciascuno.
Sicuramente dai volti traspariva la meraviglia.
Nelle Valli del Natisone, infatti, un evento simile non si è mai verificato!

Dopo la messa abbiamo voluto lodare il parroco per l'iniziativa e anche complimentarci con lui per essere stato in grado di tradurre in vernacolo quel brano di sacra scrittura.
Siamo rimasti ancor più meravigliati dalla risposta.
Non lui personalmente, ma un gruppo di fedeli lì presenti, che egli ci ha indicato col dito, riuniti assieme hanno eseguito il lavoro.

Bravo il parroco, capace di stimolare tanto i fedeli; bravi i fedeli che hanno colto lo stimolo e hanno saputo sviluppare competenze così nobili!

Perchè non impariamo?

Perchè in tutte le nostre chiese, durante tutte le messe, non riusciamo a esternare almeno un piccolo segno della nostra umanità, della nostra identità, quella nostra, voglio dire proprio nostra!
Ad esempio, iniziare a pregare l' Oče naš, o alla comunione recitare:
"Gospuod niesan uriedan de priš pod muojo strieho, pa rec samuo no besiedo an ozdravjena bo moja duša".
E poi iniziare a tradurre qualche lettura naturalmente in schietto natisoniano!

Abbiamo dimenticato la potenza dei sentimenti!
Continuiamo a ignorarne l'importanza per un recupero della nostra genuina religiosità.
Perchè nelle nostre chiese si respira tanta ipocrisia.
Forse ricreare il clima familiare di una volta gioverebbe anche allo spirito.
Nino Specogna
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