Rikardo, prosin, pamet

E allora ... antadá te povien po “nediško”, po “rečansko”, po “slovensko” an po “sloviensko” :
Rikardo, prosin, pamet - an dajse mier !!!
Vivi in pace con gli altri e sopratutto con te stesso.
Carissimo Riccardo,
ti dà davvero tanto fastidio il corso di Nediško, fino a tentare di farmi passare per ladro. Io ruberei gli euretti agli sloveni? E' una bestialità!
Prima di scrivere quelle corbellerie non hai pensato da dove vengono quegli euretti che tu dici che io rubo e ai quali molto probabilmente anche tu hai largamente munto e forse largamente mungi? Cadono giù dal cielo come la manna nel deserto? Non ti pare che siano i soldi delle nostre tasse, per cui qualche euretto è sicuramente anche di quelli che io personalmente verso allo Stato?
Dato che sei uno molto attento all’uso degli euretti, saprai che per il lavoro fatto per redigere la “Gramatika” ed il “Besednjak” del “nedisko” e tradurre nella nostra lingua materna i Vangeli, non ho preso UN SOLO euretto ! E tu, quanti euretti prendi dalla RAI per attaccare continuamente quanti - e sono tanti - non la pensano come te ?
E poi, sei proprio sicuro di non commettere una “gaffe”, a meno che non sia una gaffe volontaria tanto per contestare. Se fossi in te, onestamente, andrei a verificare se è vero quello che scrivi e chiederei immediatamente scusa sul tuo giornale, se i miei euretti non c'entrano nulla con gli euretti di cui tu parli.
E poi - come spesso ti succede in questi ultimi anni - hai tendenza a proiettare sugli altri i tuoi dilemmi identitari affermando che io non voglio essere sloveno. Io ho sempre detto. “Jest san slovenj”, me lo diceva sempre il nonno e io mi son sempre sentito e mi sentirò quello “slovenj” che intendeva il nonno.
Non sei stato proprio tu a fare notare e spiegare, anni fa, la differenza sostanziale tra i concetti di “slovenj” e “slovenec” ? La gente della nostra comunità si riconosce nel primo e non certo nel secondo che concerne coloro i quali si sentono – come tu ? - appartenenti alla nazione slovena. Lo stesso vale anche per la nostra lingua. Il nonno diceva: “mi guarmò po slovensko”. Ero tentatissimo di adottare per la grammatica il termine “po slovensko”, solo che l'ambiguità del termine tradotto in italiano mi avrebbe obbligato a scrivere ogni volta “po slovensko, ne “v slovenscini”. Chiaramente era troppo complicato e poi avevo davanti agli occhi le opere di diversi linguisti che parlano di “Nadiško”. C'è il cambiamento di quella “a”, avvalorato però dal fatto che tutti i paesi delle sponde del Natisone dicono “Nediža” e non “Nadiža”. E anche Jan Baudouin de Cortenay scrive “Nediža”. Ciliegina sulla torta quel titolo stile populista:
- Macché “Nediško”, questo è “Rečansko”! -
Caro Riccardo, trova uno solo che sa parlare nediško e che non capisca una sola parola di rečansko. Oppure trova uno solo che sa parlare rečansko e che non capisce una sola parola in nediško.
Io della “slovenscina” del Novi Matajur e del DOM non capisco almeno il 90% dei termini. Una lingua è fatta per comunicare, ma comunica solo se è comprensibile.
E allora?!
E allora ... antadá te povien po “nediško”, po “rečansko” po “slovensko” an po “sloviensko” :
Rikardo, prosin, pamet an dajse mier !!! Vivi in pace con gli altri e sopratutto con te stesso.

P.S. Un’ultima annotazione:
“La storia dell’altro mondo” nella versione più recente alla quale alludi è stata tradotta in “nedisko” da me.
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