ASPARAGO
(Asparagus officinalis L.)
Le indicazioni proposte valgono anche per la specie Asparagus acutifolius L, chiamato anche asparago selvatico o pungente.
L’asparago era noto già agli antichi romani; raccolto dapprima da piante selvatiche, ne sono stati derivati in seguito, probabilmente in Italia, ceppi adatti per la coltura, che viene effettuata soprattutto nelle bassure lungo le coste, l’ ambiente nel quale è verosimile vivesse l’asparago anche in condizioni naturali.
Officinale è la radice.
Principali costituenti conosciuti
Mannite, asparagina - un aminoacido - coniferina e un’alta concentrazione di sali di potassio.
Proprietà
E' un ottimo diuretico declorificante, un aperitivo e un sedativo cardiaco
Indicazioni
In molte algie renali e come coadiuvante alle terapie cardiotoniche.
E’ sconsigliato, però, se è presente uno stato infiammatorio del rene.
Fitoterapia classica
Lo si usa sotto forma di decotto:
50 g di radice per litro d’acqua.
Bollire 15 minuti.
3 bicchieri al giorno prima dei pasti.
Entrava nella composizione dello sciroppo delle 5 radici assieme al pungitopo, al finocchio, all’appio e al prezzemolo.
Una preparazione molto rinomata per lunghi secoli quando non c’erano a disposizione i moderni diuretici.
Oggi si usa direttamente la tintura madre:
25 - 30 gocce prima dei pasti.
Medicina popolare
Da sempre usato per i versamenti d’acqua, vesciche e dolori renali, gotta e reumatismi.
Anche nei casi di catarri bronchiali: comunque sia sempre nella classica forma di decotto.
I getti giovani (turioni) sono cilindrici, carnosi e commestibili (in certe cultivar, come quelle friulane, anche 1-2 cm di diametro), bianchi, oppure verdi o violacei; il sapore è dolciastro e gradevole.
In Istria costituiscono un prelibato piatto popolare in frittata, mentre in tutto il Friuli, cotti e conditi, sono altrettanto graditi,
L’asparigina conferisce all’urina il caratteristico odore di metilmercaptano.
Personalmente ricordo la nonna istriana partire al mattino presto a raccogliere in primavera questo prezioso elemento; lo si consumava tutto, fresco per il turione e secco durante l’anno per la radice.
Dott. Franco Fornasaro