Domenica 20 luglio nella grotta d'Antro tornano le statuette


Domenica 20 luglio il Rotary club di Cividale consegnerà alla Grotta d'Antro le copie delle statue secentesche dei santi Giovanni Battista, Evangelista e Stefano.

Gli originali conservati del Museo diocesano, sono opera dello scultore J.- Vrtav di Caporetto.
Quelle statue raccontano la storia di ricchi rapporti artistici con la Valle dell’Isonzo
Ritornano, seppure in copia, le statue lignee sull’altare della Grotta di San Giovanni d’Antro e vi ritornano per iniziativa del Rotary club di Cividale che ha incaricato lo scultore Renato Gentilini di Remanzacco di «copiare» fedelmente gli originali secenteschi, conservati presso il Museo diocesano di Udine, che raffigurano i santi Giovanni Battista ed Evangelista e santo Stefano.
La consegna delle statue avrà luogo domenica 20 luglio, alle ore 11, nella Grotta di San Giovanni d’Antro.
La benedizione verrà impartita dal vicario generale dell’arcidiocesi di Udine, mons. Giulio Gherbezza, all’inizio della santa messa, che verrà accompagnata dallo Spiritual ensemble di Udine.
La manifestazione è stata organizzata dal Rotary cividalese in collaborazione con la parrocchia di Antro e l’associazione San Giovanni d’Antro - Landarska jama.
Questa iniziativa rappresenta l’ultimo importante intervento del Rotary club di Cividale nella Grotta d’Antro.
Negli anni scorsi, infatti, ha fornito la chiesa di un centinaio di sedie, del banco e delle poltroncine per la celebrazione dei matrimoni.

L’attenzione del Rotary cividalese per la Grotta d’Antro si inserisce in un crescente interesse per questo importante monumento che sintetizza mirabilmente la storia religiosa, civile ed artistica delle Valli del Natisone.
Il luogo risulta ancora più attraente e suggestivo in quanto incastonato come una gemma preziosa in un ambiente incontaminato e raggiungibile in breve tempo dai più importanti centri della Regione.

Le tre statue che, seppure in copia, vengono riaccolte festosamente nella Grotta d’Antro, testimoniano una storia di fecondi rapporti e scambi artistici intercorsi tra Slovenia e Friuli, in particolare le Valli del Natisone, nel XVII secolo; scambi e rapporti particolarmente intensi a partire dal secolo XIV e fino alla prima metà del secolo XV in direzione ovest - est e dalla seconda metà del secolo XV fino alla fine del XVII secolo in direzione inversa.

Nelle Valli del Natisone, ma anche a Forame d’Attimis e a Grions del Torre, sono ancora visibili numerosi altari lignei dorati di scuola slovena provenienti dalle botteghe di due artisti di Caporetto:
Luka Šarf (Scharf) (1671 - 1744) e Jernej Vrtav o Bartolomeo Ortari (1647 - 1725).
La scoperta dell’identità e della provenienza dei due artisti è avvenuta quasi contemporaneamente, negli anni ’70, in Friuli da parte degli studiosi Tarcisio Venuti e Giovanni Maria Del Basso e in Slovenia per opera del compianto decano di Caporetto, mons. Franc Rupnik.
Quest’ultimo, appassionato studioso di storia locale e dei rapporti tra le Valli del Natisone e dell’Isonzo, scoprì nei registri parrocchiali le annotazioni del battesimo e della morte dei due artisti.
Da parte loro Tarcisio Venuti, autore di innumerevoli studi sulle chiese del Friuli, e Giovanni Maria Del Basso, più tardi docente di sfragistica (produzione dei sigilli) presso l’Ateneo Udinese, si imbatterono in Luka Šarf, per la firma che egli appose sugli altari delle chiese di Cravero, e Bartolomeo Ortari attraverso un documento in cui viene ricordato come autore dell’altare ligneo della chiesa di Grions del Torre.
Accostate e confrontate le notizie in loro possesso i tre studiosi arrivarono alla conclusione che nel XVII secolo esisteva a Caporetto una importante scuola di intagliatori e doratori di altari lignei che operarono nella Valle dell’Isonzo, in Friuli e nel Collio.
Il loro stile, come pure l’origine delle loro famiglie, provenivano dalla Carniola Superiore (Gorenjska), dove erano diffusi questi altari barocchi, riccamente decorati e dorati come richiedeva lo spirito della Controriforma cattolica, in particolare nelle aree germaniche e slave.

Merita un accenno anche la dedicazione della chiesa della Grotta d’Antro ai tre santi titolari.
I due Giovanni sono ricordati già nell’epigrafe scolpita sulla pietra tombale di Felice, sepolto
«presso le fondamenta della chiesa dei santi Giovanni Battista ed Evangelista».
Se la scritta risale ai secoli VIII - IX, si può a ragione sostenere che la chiesa sia stata costruita in epoca antecedente e che i titolari, in particolare il Battista, risalgano alla tradizione longobarda, come del resto è documentato dalle dedicazioni di chiese coeve della «Langobardia» a partire da Cividale, sede del primo ducato longobardo in Italia.
Altrettanto antica va ritenuta anche la presenza di santo Stefano, che dovrebbe provenire dalla omonima «prepositura» cividalese che aveva giurisdizione su un vasto territorio che comprendeva anche le Valli del Natisone.

Come detto gli originali secenteschi delle statue sono conservati presso il Museo diocesano di Udine, dopo che nell’ottobre del 1970 furono trafugate e casualmente ritrovate dai carabinieri nella Bassa friulana.
Il loro riconoscimento è avvenuto attraverso la pubblicazione delle loro foto sul quotidiano udinese.
G.B.
DOM 15.07.2008
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