La cupola di Ponteacco

La cupola di Ponteacco è tanto caratteristica da far ormai parte dell'ambiente. Venne sicuramente costruita con quella forma particolare per volere degli emigranti che nelle loro peregrinazioni per l'Europa dell'est l'avevano osservata. Ricostruirla così com'era stata concepita era un grave obbligo morale per gli abitanti di Ponteacco, che non si fecere pregare per impegnarsi a portare a compimento l'opera sotto l'esperta guida di don Luciano Slobbe.

Molto importante per la storia di Ponteacco e della sua chiesa è un documento del 1901 che la Savina Iussa ha ereditato dal nonno Pietro Iussa, allora cassiere della Fabbriceria.

Il documento datato 16 giugno 1901 (domenica), dichiara che gli abitanti di Ponteacco, con annesse borgate di Tiglio e Mezzana, stabilirono di completare la costruzione del campanile della veneranda chiesa di S. Dorotea, nonché di rifondere una campana per detta chiesa e altre due per la chiesa di S. Luca di Tiglio.

Per tale oggetto fu costituita una commissione, che fu incaricata di accettare e di dividere la spesa fra le singole famiglie della frazione di Ponteacco e delle annesse borgate.

Questo è l'unico documento scritto riguardante la costruzione del campanile. Ci sono però successive testimonianze raccolte tra gli anziani del paese. Fino allora il campanile era stato innalzato al primo piano. Nel 1902 fu completato così come oggi lo vediamo, con una costruzione in sassi posti ad incastro uno sopra l'altro, a secco.

La cupola fu finita anch'essa nel 1902; aveva uno scheletro di legno e una copertura in zinco.

Il progetto, sia del campanile sia della cupola, fu fatto da un ingegnoso artista di Ponteacco, Coren Giovanni (nonno di Amilcare Mattelig), il quale era un esperto lavoratore della pietra ed emigrava periodicamente in Ungheria. Certo è che Giovanni Coren trasse lo stile, tipicamente orientale della cupola, dalle vecchie chiese della Romania ed Ungheria, stile questo, che fa di tale cupola un elemento raro nelle nostre zone.

Questo Giovanni Coren lavorava con suo figlio e con Iussa Girolamo (zio di Cicjaz), e insieme fecero anche il primo leone alato in pietra della fontana di Ponteacco, inspiegabilmente distrutto.

La croce che sovrastava la cupola, fu fatta anch'essa nel 1902 dal fabbro del paese Manig Giuseppe, come risulta dalla stessa incisione.

La croce è l'unico resto della cupola precedente che tornerà sul campanile. Il lavoro vero e proprio della costruzione fu dato in mano a del lavoratori ambulanti, padre e figlio, forse reziani, di cui nessuno ricorda il nome. Alcuni ricordano che, per la costruzione del campanile, era servita molta acqua che doveva essere raccolta da una sorgente vicina al Natisone e trasportata in secchi fino alla chiesa.

A tale opera si prestarono gratuitamente le donne e i ragazzi del paese. Nel 1902, quando la chiesa ebbe finalmente il campanile e la sua cupola, una donna di Tiglio, sulla cui identità le testimonianze sono discordanti e incerte, donò vari oggetti sacri in oro alla chiesa e alla Madonna della Sapienza, così chiamavano la Madonna della chiesa di Ponteacco. Durante la prima guerra mondiale, la chiesa rimase gravemente danneggiata e le campane furono razziate dagli Austriaci.

Gli anziani ricordano la scena della caduta della campane e il tonfo che n'è seguito.

Sono rimasti vivi nella loro memoria i particolari dell'inaugurazione delle nuove campane. Furono benedette il 17 febbraio del 1926 dall'Arcivescovo mons. Anastasio Rossi, davanti alla Piazza S. Francesco di Cividale; c'è una foto a ricordo, e trasportate con carri trainati da buoi da Cividale fino alla chiesa. Le campane furono alzate con lunghe corde che la gente tirava prendendo la rincorsa da sotto la collina fino nella braida dei Coren.

Per l'inaugurazione il cappellano di Azzida, don Giovanni Guion, aveva distribuito del volantini inneggianti di patrio furore e di cui la signora Irma Iussa ricorda due strofe:

Dall'alto della torre chiamiamo
il popolo, respingiamo le tempeste
e piangiamo i morti!

Il Piave ci disse: il silenzio
Dei vostri campanili è più
Atroce di ogni grido,
ma oggi suonate per gli eroi!

Un particolare molto curioso: circa nello stesso periodo, dovevano essere inaugurate le campane di Tiglio, ma non essendo pronte, la gente ha fatto ugualmente festa sostituendole con due košì (gerle).

Grazie ai contributi per danni di guerra, la chiesa fu restaurata nel 1935. Nella seconda guerra mondiale, la popolazione si era più volte rifugiata dietro la sacrestia e la cupola fu perforata durante i mitragliamenti.

I danni di guerra non sono stati risarciti.

La cupola della chiesa e tutto l'edificio sacro, fanno parte del progetto globale di ripristino delle chiesa dopo il terremoto del 1976.

Per la cupola abbiamo fatto da soli, per necessità di cose.

La cupola è stata costruita sul modello di quella precedente, precipitata al suolo nell'inverno successivo al terremoto, presso l'officina di Sergio Pascoletti di Bottenicco (Moimacco), il quale ha fatto la struttura di ferro. Per la sagoma in legno hanno collaborato molti del paese, più di tutti Franco Golles. Il rivestimento in rame è opera di un certo Dario Sicuro di Castions di Strada e socio di Rino Chiarandini di Remanzacco.

La ricostruzione della cupola ha operato in noi uno strano risveglio e una voglia istintiva di guardarci intorno... Abbiamo scoperto volti, persone, momenti di storia locale che solo ignoranza e stupidità potevano lasciar cadere nel dimenticatoio.

La fresca e lucida cupola, riposta sul campanile della chiesa di Ponteacco, continua quella pagina di storia che intemperie, mitragliamenti e terremoto volevano cancellare, senza riuscirci.
Sunto dal giornalino speciale uscito in occasione dell'inaugurazione della cupola

Realizzazione della pagina Nino Specogna




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