Sul Monte Roba le armi del guerriero celta

La più interessante sorpresa è arrivata proprio all’ultimo atto del progetto della Provincia di Udine “I Celti in Friuli”
La più interessante sorpresa è arrivata proprio all’ultimo atto del progetto della Provincia di Udine “I Celti in Friuli”, finanziato con legge regionale, ed è arrivata dal Monte Roba, l’altura di 301 msl, alle spalle della parrocchiale di San Pietro al Natisone, che, assieme al Monte Barda, forma le ultime propaggini dei contrafforti del Matajur e divide la Valle del Natisone da quella dell’Alberone.
Nel 2003 il caso volle che Eliseo ed Ivano Dorbolò scorgessero, tra le radici di un albero divelto dal vento, degli oggetti di ferro certamente antichi, ma di difficile attribuzione.
I successivi sondaggi, condotti da Andrea Pessina, della Soprintendenza dei beni archeologici del Friuli - Venezia Giulia e in collaborazione con il Museo friulano di storia naturale, hanno portato alla constatazione che quegli oggetti erano la panoplia, cioè il complesso delle armi, appartenuta ad un guerriero celta.
La scoperta ha confermato le tesi del Tagliaferri che da alcuni rinvenimenti precedenti aveva avanzato l’ipotesi che l’area era stata utilizzata dai gallo - carni (i celti del Friuli) già nel III - II secolo a. C.

La panoplia è stata presentata lo scorso 16 maggio nel Museo archeologico nazionale di Cividale in occasione dell’inaugurazione della settima settimana dei beni culturali, alla presenza del sovrintendente regionale Ugo Soragni, di autorità e amministratori, di studiosi ed appassionati di storia locale.
Soragni ha sottolineato l’importanza della scoperta del Monte Roba ed ha detto che “uno scavo archeologico, che non è seguito da un’attività di divulgazione, è come se non fosse stato eseguito” sollecitando in questo modo un maggiore coinvolgimento della popolazione alle indagini ed alle scoperte che vengono fatte su un territorio.

L’interesse per l’archeologia e la storia in generale è molto vivo nelle Valli del Natisone, ha sostenuto Andrea Pessina, ricordando la grande partecipazione al convegno “Incontro con l’archeologia”, tenutosi a San Pietro al Natisone lo scorso 3 dicembre.
Pessina ha colto l’occasione per annunciare che il prossimo 26 novembre si terrà sempre a San Pietro una giornata internazionale di studi sul tema “Terre d’incontro. Contatti e scambi lungo le Valli del Natisone e dell’Isonzo dall’antichità al Medioevo” con la partecipazione di studiosi e ricercatori del friuli e della Slovenia.

La direttrice del museo archeologico nazionale di Cividale, Serena Vitri, ha detto che la panoplia del Monte Roba è la più completa e la più antica di quelle venute alla luce in regione.
Di particolare interesse è la spada con il fodero decorato, “che trova confronti in vastissimo territorio che va dalla Bretagna fino ai Balcani”.
La Vitri ha sostenuto che il Roba è un importante sito “che va valutato e studiato per comprendere la storia del territorio”.

E’ stato poi Giuliano Righi, dell’Università di Trieste, a descrivere gli oggetti ritrovati sul Monte Roba: la spada con fodero, decorato con motivi classici, una catena di cintura, due punte di lancia, una fibula.

La panoplia, con tutta probabilità, apparteneva ad un “guerriero celta di altissimo rango; la spada, infatti, eran in dotazione solo a militari appartenenti ai vertici dell’apparato militare celtico”.
La spada con il fodero è piegata, ma anche le altre armi sono volutamente danneggiate.
Si tratta probabilmente di un uso rituale e le armi forse vennero deposte lì per celebrare un importante evento militare.
DOM - 31.05.2005
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