Mersino

Vecchia foto di Mersino Basso, suggestiva per i numerosi terrazzamenti
Vecchia foto di Mersino Basso, suggestiva per i numerosi terrazzamenti
Sotto questo toponimo si nascondono una quantità di frazioni estese su una vasta zona ricca di sorgenti e sovrastata da estesi pascoli che raggiungono la vetta del Matajur.
Sopra questi pascoli detti planine , si ergono numerose casere ove il latte veniva lavorato e trasformato in formaggio, burro, ricotta. Il siero, ultimo sottoprodotto caseario, serviva da alimento per i suini.

I luoghi di culto

Ai fini però della ricerca che ci siamo proposti, si può notare che Mersino è diviso in due gruppi di frazioni e denominato Mersino alto e basso, entrambi dotati di una propria chiesa.
Alla primitiva, costruita nel secolo XIII quindi di antica datazione, ubicata in luogo impervio su uno sperone di roccia sovrastante il Natisone, dedicata a san Lorenzo martire, si aggiunsero per comodità ed esigenze di crescita demografica, quelle di Mersino Basso dedicata alla SS.ma Trinità e successivamente a Mersino Alto dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

Quest’ultima venne costruita nel 1897 grazie al lascito della cospicua somma di settemila corone che il nativo Don Ivan Oballa, poeta e scrittore, inviò dalla Carinzia dove svolgeva la sua missione pastorale.
La lapide sulla facciata della chiesa recita: Dobrotniku cerkve Presvetega Sarca Jezusovo duhov. Ivanu Oballa Gorenji Mersin hvaleino postavli v spomin / Ai bene fattore della chiesa del Sacro Cuore di Gesù il sac. Ivan Oballa Mersino superiore riconoscente pose in memoria.

Attraverso questo paese posto in quota lungo le falde occidentali del Matajur, passa quello che in chiave moderna possiamo definire il “sentiero di Ho Ci Mm” intendendo con ciò indicare una via sconosciuta ai più lungo la quale pervenivano dagli adiacenti paesi gravitanti sulla valle dell’Isonzo, numerosi brani canori, religiosi e laici che ben presto si diffondevano nel resto della valle.
Perfino durante il periodo di più stretta sorveglianza della cosiddetta “cortina di ferro” concomitante con la linea di confine del comune di Pulfero e dello Stato italiano, non si è interrotta l’osmosi canora fra i paesi confinanti, Luicco in particolare.

Il modo di cantare degli abitanti di Mersino, come il modo di esprimersi nel dialetto locale, sono riconoscibili al primo approccio per il cantilenare delle vocali caratteristico della gente degli alpeggi.

L’influsso dei preti nella espressione canora

Giovane cantoria di Mersino Alto
Giovane cantoria di Mersino Alto
Durante il periodo di servizio dei cappellani locali: don Pussini di Cicigolis, don Simiz, don Valentino Birtig di Rodda, sostituito nel 1948 da don Giacinto Marchiol lodevolmente tollerante della lingua locale, la messa in latino ante Concilio era accompagnata da brani canori diffusi in tutte le chiese con il medesimo testo, ma con almeno tre varianti melodiche come avremo modo di descrivere in altra parte del libro.
Questo gruppo di canti fondamentali nell’ accompagnamento della messa domenicale, costituiva la struttura canora su cui poggiava la partecipazione corale dei fedeli.
In genere, con armonium o senza, spettava alle donne dare l’intonazione cui seguivano le voci maschili nei tre timbri fondamentali di tenore (primo), baritono (secondo) e basso.

Nella seconda parte sono allegati i testi con traduzione e trascrizione musicale nei tre motivi principali.

All’offertorio veniva eseguito uno dei vari canti che si prestavano all’esecuzione corale e che gli stessi fedeli eleggevano in una propria graduatoria di favore, come ad esempio:
Pres veto sarce slavo/gloria a te Cuore Sacratissimo ; il notissimo
O srečna duša/ alla comunione ed altri brani tutti riportati in allegato.

Giova menzionare che a Mersino esiste una versione particolare di O stua krat srečna duša ti/O cento volte anima beata la cui trascrizione non avrebbe avuto l’efficacia che possiede l’ascolto di una registrazione.

Alcuni canti registrati in cassetta

Per questo motivo, nella cassetta allegata, comprendente purtroppo solamente una ventina di brani, trova posto anche questo prezioso reperto musicale nella speranza di un suo rilancio che mantenga la forma espressiva delle specificità canore di località diverse.

Alla registrazione hanno partecipato persone della parrocchia di Mersino e di Lasiz, con risultati perfettibili nella tecnica ma validi come documentazione.

Altri canti particolari di Mersino sono l’altrettanto noto canto natalizio Te dan je usega veseja/ il giorno della grande gioia , che viene eseguito in forma addolcita, si potrebbe dire arrotondata.
Per rimanere al canti tradizionali antichi va citato il brano pasquale Jezus je od smarti ustu/ Gesù è risorto , altro brano che verrà trattato a parte per la sua storia concomitante con il Te dan sopra menzionato.

In questo invidiabile paese da cui si domina la valle e si respira l’aria dei mille metri, altre usanze con riferimenti canori sono rimaste in auge senza interruzione, in particolare la Devetica/Novena , di cui trascriviamo due canti e le parole di rito.

Devetica - Novena

A Mersino, la novena di Natale è rimasta intatta perché è stata praticata con continuità anche durante il periodo bellico, quando il coprifuoco imponeva di ritirarsi al crepuscolo ognuno nella propria abitazione.
Il rito è noto nel nostro comune proprio grazie agli abitanti di Mersino, che ogni anno, dopo l’Immacolata (8 dicembre) iniziano a portare una sacra immagine in ogni casa del paese ove la Madonna rimane ospite ed esposta alla venerazione dei famigliari e vicini per ventiquattr’ ore.
Alla sera cambia dimora e le parole che le due padrone di casa pronunciano, sono le seguenti.

La padrona di casa saluta così:
Prjatelica, sprimi Mater Ježušovo na njenin trudnin potovanju u hudin zimskin času. U njenin neomadeževanin materinstvu naj častijo ne samuo naco an iutre, prizadevaj se da jo vedno prenehajo častit . - Amica, accogli la Madre di Gesù durante il suo faticoso viaggio nel rigido tempo invernale; nella sua immacolata maternità la venerino non solo questa sera e domani ma fa in modo che non la cessino mai di venerare.

Con le seguenti parole, l’immagine viene accolta dalla nuova padrona:
O bodi pozdravjena prečista Devica, želnuo Te sprimen pod muojo srtieho. Bodi mi zviesta pomočnica, varvi muoio dušo na smartno uro. Amen. - Sii salutata o purissima Vergine; con desiderio ti accolgo sotto il mio tetto. Che tu mi sia fedelmente di aiuto, difendi la mia anima nell’ora della morte. Amen.

I dettagli e la descrizione tecnica sono descritti all’inizio delle trascrizioni musicali.

Altri canti e cantori

Come in tutte le parrocchie, a Mersino la pratica delle rogazioni, che si perpetua fino ad oggi nel giorno di San Marco (25 aprile), è ricca di suggestive implorazioni che fanno da sfondo alla lettura dei brani del Vangelo ed alle litanie dei Santi nelle soste presso gli altarini disposti agli incroci dei sentieri di monte.
Gli intercalari alle litanie dei Santi vengono chiamati odpevi/antifone.
Nella cassetta ne è inciso un piccolo esempio.

Dagli anziani di Mersino viene ricordata anche una messa funebre di particolare effetto di cui però manca memoria e spartito.
Vi è chi rammenta un canto missionario molto bello, trascritto nella seconda parte del libro.

In passato esistevano due cantorie dirette dal geniale tuttofare Giuseppe Zorza detto Pizeto.
Citiamo alcuni nomi di cantori che siamo riusciti a reperire chiedendo scusa per le inevitabili dimenticanze.
Citeremo Oballa Genjo, Battistig Zmela, Matja Cucovaz Zgolent, Miljo Medves, Perin Medves, Maria ed Alessandra Zorza, Livia Clavora, Anita Juretic, Alma Jerep e tanti altri che non sono più tra i vivi.
Negli anni ‘70 venne istruito al canto sacro un gruppo di giovani ragazze che si esibirono in varie manifestazioni della Benecia.

Persone notevoli per l’interesse al canto

Va menzionato per la sua attenzione verso la musica non solamente sacra, il sacerdote don Giuseppe Gorenszach che fu parroco di San Leonardo.
Egli ci ha lasciato uno dei primi documenti su cui si sono poi basati molti studiosi di canto popolare, una raccolta di Marsinske narodne/canti popolari di Mersino che vennero pubblicate sulla rivista Luč, Ts l932pg.1220.
L’amore per il paese natio e per la musica da parte di don Gorenszach assunse forma concreta con il dono che egli fece alla chiesa di Mersino Basso di un armonium, ancora oggi in uso.
Un notevole contributo alla ricerca, rivalutazione e valorizzazione del repertorio canoro di Mersino, lo diede e lo dà tuttora il coautore di questo libro prof. Nino Specogna nativo di Tarcetta.

Mersino è rimasta un’isola in cui, accanto ai brani di canto religioso standardizzato diffusi su tutto il territorio nazionale, (il notissimo Mira il tuo popolo, Dal tuo celeste trono, Ave maris stella, Nome dolcissimo) conserva e ripropone in ogni circostanza favorevole le perle del proprio ricco e prezioso repertorio canoro.

Alcune vecchio foto del fotografo Pico

Impressionante foto (per il numero dei bambini) della prima comunione del 2 luglio 1922
Impressionante foto (per il numero dei bambini) della prima comunione del 2 luglio 1922


Figlie di Maria - 15 ottobre 1933 A. XI (dell'era fascista)
Figlie di Maria - 15 ottobre 1933 A. XI (dell'era fascista)


A Mersino Basso la strada giunse nel 1957 - ci poteva stare anche un mulo per un vescovo
A Mersino Basso la strada giunse nel 1957 - ci poteva stare anche un mulo per un vescovo


Prima comunione il 30 maggio 1954 col parroco don Canciani
Prima comunione il 30 maggio 1954 col parroco don Canciani


Un movimento di truppe partigiane - Mersino era asilo dei partigiani
Un movimento di truppe partigiane - Mersino era asilo dei partigiani


Oballa e Medves
Oballa e Medves


Bardo, Medves e Zorza senza campanile!
Bardo, Medves e Zorza senza campanile!
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