Sanctus Petrus Slavorum
L'antica titolazione parrocchiale, in uso da tempi immemorabili, fu sostituita negli anni 1932-33
Da tempo circola nella Slavia friulana una pseudocultura che mira a scardinare secolari certezze in barba a documenti scritti e a tradizioni tramandate di generazione in generazione e che appartengono al bagaglio culturale della nostra comunità.
Gli esponenti di questa pseudocultura non perdono mai l’occasione di tacere dimostrando sempre più la loro ignoranza (intesa in senso etimologico) della storia locale, di documenti, difatti e situazioni con il solo risultato di coprirsi di ridicolo.
Da anni questi luminari cercano di convincerci che il dialetto delle valli del Natisone non è sloveno e che il «po nassem» delle valli del Torre non ha nulla a che fare con analoghe parlate usate appena qualche chilometro più in là, in Slovenia, come se il confine fosse anche un muro culturale, linguistico ed etnico, e come se l’espressione «po nassem» (= po našem) non fosse essa stessa slovena doc.
Due timbri ufficiali della parrocchia di San Pietro con la titolazione latina, che restò in uso fino agli anni 1932-33, quando venne sostituita da una tutta italiana
Esponenti della pseudocultura locale non hanno perso un’altra occasione di tacere bollando come ridicola, maccheronica ed espressione di cieco sciovinismo la vecchia titolazione della parrocchia di San Pietro al Natisone: «Sanctus Petrus Sclaborum» o «Sanctus Petrus in Sclabonibus» o «Sanctus Petrus Sclavorum» o «Sanctus Petrus Slavorum».
Non sanno che queste titolazioni risalgono per lo meno al 1300 e sono state usate in forma ufficiale in ambito ecclesiastico fino a sessanta anni fa.
I documenti con queste diciture non si contano sia negli archivi parrocchiali, in particolare a San Pietro, che in quello diocesano.
Valga per tutte la citazione della bolla di consacrazione della chiesa di San Leonardo a Rodda fatta il 18 giugno 1568 dal visitatore patriarcale, il vescovo di Cattaro, Luca Bisanti che scrive «... consecravimus Ecclesiam Sancti Leonardi de Villa Rota sub Plebe Sancti Petri in Sclabonibus Aquileiensis Diocesi...».
Sull’argomento si possono consultare numerosi documenti riportati in pubblicazioni anche recenti, in particolare l’opera di Tarcisio Venuti “Le chiesette votive da San Pietro al Natisone a Prepotto” (La nuova base, Udine 1985).
Venendo a tempi più recenti è da ricordare che i parroci di San Pietro degli Slavi (civilmente ribattezzato San Pietro ai Natisone solo nel 1867) fino al 1932-33 usavano per gli atti ufficiali di matrimonio (Libri matrimoniomm) ed altri documenti timbri della parrocchia che portavano impressa la dicitura latina «Parochia S. Petri Slavorum» (cfr. sopra le riproduzioni).
Dopo il 7 maggio 1933, i vecchi timbri verranno sostituiti da un altro di forma ovale sul quale spicca la nuova titolazione tutta italiana «Parrocchia di San Pietro Apostolo in San Pietro al Natisone».
La sostituzione è stata effettuata probabilmente su tacita «raccomandazione» delle autorità fasciste.
La scomparsa dai documenti parrocchiali della titolazione latina coincide con la proibizione della lingua slovena in ambito liturgico ed ecclesiale in tutte le nostre chiese (agosto1933).
Ma forse gli esponenti di primo piano della pseudocultura locale non sono a conoscenza di questi «particolari», per loro insignificanti, così come ignorano completamente l’esistenza di un «Benedizionale» compilato a mano nel 1876, contenente diversi riti di benedizione che erano in uso
«in Parochiali Ecclesia S. Petri Slavorum».
Probabilmente avrebbero preferito un’altra dicitura più confacente al loro credo nazionalistico, ma non possiamo farci niente perché le titolazioni delle chiese se ufficiali ― lo sanno anche loro ― erano scritte sempre in lingua latina.
G.B.Z.
da DOM