Veneti, Celti, Romani

Sarcofago romano di San Pietro al Natisone (Museo archeologico di Cividale)
Sarcofago romano di San Pietro al Natisone (Museo archeologico di Cividale)


I Veneti

L’etá dei metalli lasciò non poche testimonianze in varie località delle Valli del Natisone.
Le prime popolazioni colonizzatrici con un nome proprio furono probabilmente quelle dei Veneti, altrove chiamati con varie denominazioni come Enetoi, Venedi e nel nord anche Windi.
Si ritiene che giungessero da un’ampia area dell’Europa centrale e transcarpatica intorno al IX secolo a.C.
Occuparono una vasta zona attorno Padova, Vicenza ed Adria, la Valle del Piave, il Cadore e Ia Valle del Gail, la regione isontina da Caporetto a Santa Lucia e la regione giuliana di Redipuglia, San Canziano e San Servolo.

Vivevano in capanne di legno con il tetto di paglia, erano dediti all’agricoltura, alla pastorizia ed al commercio.
Ottennero risultati molto buoni nella lavorazione dei metalli, nell’industria del ferro e nella ceramica.

Praticavano il rito della cremazione dei morti, che seppellivano in campi di urne, sul tipo di quelli di San Quirino.

Di indole pacifica i Veneti si trovarono di fronte ai bellicosi Celti e li salvò l’alleanza con Roma, che li attrasse nel proprio dominio in modo incruento.
I Romani, in piena espansione, allo scopo cli contrastare più efficacemente i Celti, che loro chiamavano Galli e Carni, fondarono nel 181 a.C. la città di Aquileia e chiamarono il territorio orientale d’Italia X Regio Venetia et Histria.
Da Aquileia, che nel 32 a.C. divenne capitale della X Regione, partirono le successive numerose campagne contro i Carni.

I Celti (Galli o Carni)

I Celti-Galli, che nel X secolo si trovavano sul Danubio ed il Reno, nel V secolo occuparono la Francia e la Britannia, l’Irlanda e penetrarono in Spagna.
A1la fine del V secolo entrarono in Italia dalle Alpi occidentali e nel 390 a.C. presero e bruciarono Roma.
Attorno al 400 a.C. le tribù celtiche dei Carni giunsero in Friuli, in Cadore e lungo l’Isonzo.
Bellicosi, armati di spade di ferro a doppio taglio e scudo, combattevano a cavallo e furono come una marea che sconvolse l’Europa.

Rappresentarono la base etnico-culturale del Friuli e nella regione alpina orientale diedero il nome alla Carnia, alla Carinzia e alla Carniola.
Usarono tombe a tumulo e dai sepolcri si dedusse un loro alfabeto costituito di tacche lineari.

Nelle Valli del Natisone si attribuiscono ai Carni alcuni reperti preistorici di San Quirino, Azzida, Savogna e Vernassino.

I Romani

Con la fondazione del Forum Iulii, l’attuale Cividale, giá celtica, le Valli del Natisone assunsero per i Romani notevole importanza per ragioni strategiche e militari.

Accrebbe l’importanza della strada che da Aquileia, con il suo sbocco sul mare, portava alla valle dell’alto Isonzo e più su verso il Predil a Santicum (Villaco), ricalcando la strada dell’ambra.
I Romani utilizzarono e rafforzarono anche le posizioni difensive preesistenti costruendovi un vallo militare.

La presenza romana è testimoniata da reperti minori, monete, fibule, ornamenti, oggetti di ceramica nei pressi di San Pietro.
Reperti maggiori furono: un'epigrafe funeraria in pietra,
un sarcofago con epigrafe incisa,
alcune tombe.
Ad Azzida si portarono alla luce nel 1909 le fondamenta di un piccolo edificio.

Poichè Roma fu presente nella ‘Venetia’ per molti secoli e poichè la cultura romana si proiettò ben oltre i limiti temporali dell’impero, è naturale che la toponomastica riveli numerosi segni della colonizzazione romana.
Cosi lo stesso fiume
Natisone: Natiso ;
San Quirino;
Azzida: Algida ;
Ponteacco: Pontiliacus ;
per fare solo qualche esempio.

Monete romane furono rinvenute anche a Brischis, Calla, Cernizza, Costne e Gabrovizza.
Il pezzo più interessante è la statuetta di Ercole radiato, proveniente da località sconosciuta.

Eredità di Roma fu anche il Cristianesimo, che giunse nei nostri paesi sovrapponendosi ai culti pagani.
Giunto ad Aquileia nel II° secolo il Cristianesimo di lì si estese completando la sua diffusione nel IV secolo.
Paolo Petricig
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