Andren, zadnji škrat


Andren, Zadnji škrat - Andren, L’ultimo gnomo
Testo di Roman Firmani
Illustrazioni di Sergio Černoja
Non molto tempo fa, nelle nostre belle Valli, esistevano ancora dei nonni e delle nonne che sapevano raccontare leggende, storie e favole che a loro volta avevano sentito dai loro nonni e dalle loro nonne. Storie, favole, leggende e racconti ascoltati in lingua madre nelle lunghe serate dei freddi inverni dei tempi passati e così, di generazione in generazione, fino alla notte dei tempi si trasmetteva oralmente il ricco patrimoni di cultura popolare che fondava l’identità della la specifica comunità di queste Valli.
E’ così che, per secoli e secoli, le krivapete, i balavantari, gli škrati, le štrie, le morè ed altri Esseri ancora, hanno popolato la fantasia ed i sogni - gli incubi - dei bambini di questo particolare territorio.

Oggi, quella fonte di magie e fantasticherie si sta esaurendo.
Nell’assordante silenzio dei nonni e delle nonne, tramite le nuove tecnologie (computer, I-pad, tablet, cellulari, ecc ..), senza tregua, dalla mattina alla sera, vengono proposte e riproposte le scontate azioni dei vari Mazinga, Goku, Luffy, Naruto, Mila e Shiro, Holly e Benji, Light, Ash, ecc … artificiali eroi senza collegamento alcuno con la nostra realtà passata, presente e, probabilmente, futura.

Preso atto di questa deleteria involuzione ed auspicando un ritorno in campo dei nonni e delle nonne ed una più marcata sensibilità degli insegnanti della Slavia per questa importante componente del patrimonio della cultura locale, il Forum per la Slavia - anche in funzione di una equilibrata maturazione delle giovani generazioni - ha deciso di provvedere alla ristampa di una di queste storie.
Quella di Andren, l’ultimo (forse) škrat, pubblicata per la prima volta nel 1989 dall’Editoriale Stampa Triestina, riscontrando un enorme successo, in particolare tra le nostre comunità all’estero.



Tantissimi anni fa, in una grotta dei monti delle Valli del Natisone, vivevano gli Škrati. Gli Škrati erano gnomi che la popolazione delle Valli temeva e rispettava perché nessuno sapeva o fossero che creature del Demonio o di Dio.
Erano piccoli esseri con la gobba. Portavano la barba lunga e avevano il viso e le mani coperti di verruche.
Correva voce che fossero una specie di incarnazione delle anime di bambini nati morti o senza battesimo. Rari erano coloro che potevano vantarsi di averli visti, seppure da lontano. Si diceva anche che fossero immortali, che possedessero poteri soprannaturali, e guai a chi…, ma in verità, questi nani erano dotati di una grande bontà. In ogni stagione, con la neve o con la pioggia, con il sole, o con il vento, essi aiutavano con discrezione i contadini ed i montanari nei loro duri lavori. Venivano di notte per stralciare le viti, vangare i campi, falciare l’erba, fare le biche o tagliare la legna.
Conoscevano le erbe medicinali. Erano bravissimi arrotini e sapevano aggiustare pentole ed attrezzi di ogni sorta. Bastava depositare gli oggetti difettosi la sera, in un posto prestabilito e, l’indomani mattina, la riparazione era fatta. A mo’ di ricompensa, la gente portava loro pane, uova, lardo, latte, salame e formaggio. Le offerte venivano depositate su una lastra di pietra, ai piedi di un’imponente parete rocciosa in cui si apriva una grotta, dalla quale scaturiva l’acqua limpidissima di un ruscello sotterraneo.
Quando veniva giù il temporale, il ruscello si trasformava in un torrente impetuoso le cui acque irrompevano con fracasso tra gli ammassi di rocce verso il fiume.


Questa pubblicazione è stata realizzata su iniziativa del Forum per la Slavia e grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, L. R. 9/2019, art. 40, c. 1- 4


Andren, zadnji škrat
Andren, Zadnji škrat - Andren, L’ultimo gnomo
Testo di Roman Firmani
Illustrazioni di Sergio Černoja

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