Istituzioni chiesastiche

La famosa bolla di papa CeLestino III
La menzione prima della parrocchia di S. Pietro si trova nella Bolla di Papa Celestino III, in data VIII Kal. xbris del 1192, in cui fra le parrocchie confermate al Capitolo di Cividale si indicano: "Ecclesiam de Volzana cum capellis suis, Ecclesian de Plez, Ecclesian S. Viti, Ecclesiam S. Petri de Algida cum capellis suis, ecc." senza che sia fatta menzione di altre parrocchie in Schiavonia, che, ove fossero esistite, ragionevolmente doveansi nominare.

La Cappella più antica della parrocchia di S. Pietro e quindi di tutta la Schiavonia è quella di S. Quirino. Sorse sulle rovine di un tempio di Diana che, more romano , era stato eretto sulla sponda del Natisone ed all'ingresso delle misteriose foreste. Nel cimitero di S. Quirino si portavano a seppellire i morti fino da Plez. La campagna circostante si chiama tuttora sedla , villaggio, onde se ne argomenta che quella chiesetta fosse il centro eziandio del primo abitato slavo.

In una sentenza matrimoniale del 31 maggio 1351 fra due individui di Zaplatischa, tolta ex libro definitionum capitularium di quell'anno, fol. 55, si legge:
"Nos Leonardus Canonicus Civitatensis Archidiaconus plebium sanctorum Leonardi et Petri etc. " Vi è nominata quindi la prima volta la parrocchia di S. Leonardo, che con quella di S. Pietro venne allora a costituire il governo ecclesiastico delle due vallate. Dallo stesso libro delle definizioni a pag. 56, 62 e fol. 3, dal 1480 al 1488 tolgo, siccome caratteristici dei tempi, i seguenti documenti:

Die 18° Decembris 1456.
Denuntia contra Presb. Petrum de S. Petro. Constitutus R.mus D. Dccanus dixit qualiter provisores nomine Comitis Civitatis denuntiaverunt suo nomine Capitulo quod propter inhonestam vitam quam ducit Presb. Petrus de S. Petro secutum est homicidium, cum teneat tabernam publicam, ludum die nocteque, concedit ad usuras, tenens quodant modo postribulum et alia etc. Superquo definitum fuit quod inquisitio fiat, et ad hoc deputati fuere R. D. Decanus et D. Bernardinus etc,

Die Jovis 24 Januarii 1457.
In camera domus habitationis R. D. Decani praesentibus Ven. Dom. Cornutio, D. Ant.° Sandri et D. Baptista Canonicis. Constitutus D. Presb. Petrus de S. Petro de Sclavonibus, attenta confessione per ipsum facta de et super delicto mortis sclavi et fuit condemnatus in Libras 2 grossorum pro Capitulo et expensas.

Die I Martii 1480.
OMMISSIS
Pro Presb. Petro de Sancto Petro de Sclavonibus ego (il Notaio Cancelliere del Capitolo) de suo mandato in executionem Testamenti sui exbursavi Ducatos XVI in manibus Domini Danielis de Tergesto (canonico cividalese d'allora) ut emat calicem et paramentum procut in Testamento.

Pare che lo scandalo del Prete Pietro provocasse il seguente provvedimento capitolare, che leggesi nello stesso libro ab anno 1501 ad 1512, pag. 102:
Die 3 Xbris 1506.
In loco Capitular in quo interfuerunt etc.
OMMISSIS

Quia per praeteritum per hoc R.dum Capitulum factae fuerunt et in praesentiarum fieri solent saepe numero beneficioruru collationes aliquando ad beneplacitum Capituli, aliquando non; procut apparet in actis ipsius Capituli tam antiquis quam modernis: et etiam multoties assumpti fuerunt ad ipsa beneficia sacerdotes minus idonei, et quod pejus est malae vitae, experientia teste, nec inde removeri possunt faciliter, ex quibus redundat ipsi capitulo dedecus et expensae etc. Hinc est quod ips. Domini hujus modi inconvenientibus obviare vo1entes, nemine penitus discrepante, difiniverunt et determinaverunt quod de caetero nullum beneficium habens curam animarum alicui conferatur, neque aliquis de ipso instituatur, neque libere neque cum conditione; et ipsa beneficia cum vacare contigerit, eorum cura solum modo committatur, et adhuc commissio fiat ad nutum et benepiacitum Capituli etc.

Invece qualche beneficato se ne andò ad nutum et beneplacitum suum , perchè in data 12 giugno 1573, ed a pag. 159 del ripetuto libro, ab anno 1569 ad 1576, si legge:
Constitutus in Capitulo Michae1 Soberli de Suorzento Syndicus Contradae et Camerarii totius Plebis S. Petri de Sclabonibus in magna copia exposuerunt quod Presb. Cristoforus Sdravia eorum vicarius clandestine recessit a cura S. Petri ex quo multum patiuntur in divinis, quopropter etc.

E' interessante la controversia dei parrocchiani di San Pietro contro il Capitolo di Cividale, pel conflitto fra le autorità ecclesiastiche d'allora e fra queste ed i parrocchiani.

Premettesi che fin a Celestino III la Chiesa slava dipendeva direttamente dal solo Patriarca di Aquileja; che dopo la sua aggregazione al capitolo Cividalese questo
promisit non auferre sibi curam S. Petri inter sclavonibus sed eam concedere cum Presbytero sufficienti. (Definitiones XVIII aprilis 1368) ;
e che i parrocchiani volevano conservato il loro antichissimo diritto di elezione del titolare. (Definitiones VI martii 1480, XV febbruarii 1565 e XII junii 1573).

Ciò premesso, ecco 1'elenco degli atti di quella controversia:
2 iuglio 1558. - Doversi dare un Coadjutore al Vicario Pietro impotente.
4 d.° d.° - Rimostranza dei villici contro 1a deputazione del Catarino a coadjutore.
2 agosto d.° - Prorogata ai villici la intimazione con minaccia di scomunica.
3 d.° d.° - Sospensione del P. Jacob, cappellano, per ignoranza.
12 luglio 1558 - Dopo la morte del P. Pietro viene nominato dal Capitolo Vicario il Catarino.
28 settembre d.° Intervento del Vicario Patriarcale, che leva la scomunica e concede che quei di S. Pietro eleggano il loro Vicario. Causa incoata.
5 ottobre d.° - Presentazione fatta del P. Wolfango da Plez, officiante da Vicario, e rifiuto del Capitolo, che vuole mandarvi intanto il P. Gregorio Pirich, Curato alla Madonna del Monte.
8 d.° d.° - Interdetto al P. Wolfango nella parrocchia di S Pietro.
10 d.° d.° - Il Catarino pressato a tornare a1 suo posto.
26 d.0 d.° - Esso viene ritenuto prigione a Udine dal Vicario Patriarcale per imputazione. Il Capitolo fà pieggeria per lui.
17 novembre d.° - Gli è concessa licenza d assentarsi per 4 mesi ed andar in Carniola pei suoi aflari. 3 gennaio 1559 - Per 1' assenza del Catarino viene pro interim mandato a S. Pietro il prete Jacopo Sturam de Collibus, che vi durò fino a causa finita.
4 marzo d.° - Interdetto di funzioni nella parrocchia di S. Pietro pubblicato da Notaio.
6 maggio d.° - Citazione al Sindaco di Antro di comparir davanti a1 Giudice Delegato della S. Sede, Vicario Patriarcale di Venezia, per la causa col Capitolo.
7 giugno d.° - Ripresentazione dai villici del P. Wolfango (in seguito a facoltà avuta dal Patriarca di avere due preti in loro assistenza) e rifiuto del Capitolo.
23 luglio d.° - Deputato un Canonico del Capitolo per sostenere la causa a Venezia, gli atti della quale scomparvero dall'archivio capitolare.

Adesso nel distretto slavo si contano le Vicarie Curaziali di S Pietro, S. Leonardo e 1'ultima più recente di Drenchia. La prima ha soggette 19 cappellanie, la seconda 10 e la terza 1.
Gli antichi comuni erano press'a poco quante le cappellanie. In tutto vi sono, oggi che scrivo, 50 Chiese aperte al pubblico, 30 sacerdoti e 18 studenti nel seminario di Udine.

Un cenno finalmente sul vicino e frequentatissimo Santuario della Madonna del Monte, che in una memoria del1'archivio capitolare di Cividale del 1596 è chiamata la Madonna del Bosco sopra Cividale d'Austria, e che dai nostri montanari è detta Madonna antica slava.

La prima menzione ne è fatta dal Patriarca Vorlico in una concessione al Capitolo del 15 giugno 1175. (De Rubeis. Monumenta Ecclesiae Aquilejensis, pag. 536.)
Addi 21 giugro 1448 vi fu fatta dipingere l' Ancona o immagine per ducati 43.
Nel 1511 si teme che il santuario e l'abitato sieno sorpresi e saccheggiati dai vicini tedeschi per la guerra di Massimiliano imperatore colla repubblica veneta.

Li 21 marzo e 10 aprile 1538 vengono erette dai villici e dal Capitolo le circostanti fortificazioni a difesa dei turchi, tassata ogni prebenda 8 ducati (fol. 224 degli atti capitolari di quell'anno), onde il luogo assunse allora il nome di Castel del Monte.

Carlo Podrecca - LA SLAVIA ITALIANA

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