Convegno a Pulfero

Il valore formativo del plurilinguismo: quale scuola per la Slavia friulana?
Venerdì 8 settembre, con inizio alle ore 20.00 avrà luogo presso la sala consiliare del Comune di Pulfero un convegno sul tema del “valore formativo del plurilinguismo: quale scuola per la Slavia friulana?”, rivolto in particolare agli insegnati, ai genitori ed ai nonni dei bambini e ragazzi della comunità delle Valli ma d’interesse più generale nella misura in cui affronta la problematica relativa ad una educazione che riesca a fare una positiva sintesi tra le esigenze identitarie e quelle della società globale. Questa preoccupazione, se è ampiamente condivisa da vari settori della cultura internazionale, è particolarmente sentita dalle piccole comunità detentrici di ricchi patrimoni di storie, culture e lingue minacciate dai fenomeni omologanti della globalizzazione e dai ciechi nazionalismi.

All’iniziativa promossa dalle Amministrazioni comunali di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo e San Pietro al Natisone e realizzata grazie al finanziamento regionale in base all’articolo 22 della L.R. 26 del 2007 che riconosce e tutela le varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e di Resia, interverranno il dott. Mirko Clavora vice sindaco e Assessore alla Cultura di Pulfero (Comune capofila nella gestione del progetto), la dott.ssa Michela Gus, insegnante ed il prof. Franco Fabbro ordinario di neuropsichiatria infantile all’Università di Udine, considerato uno dei maggior esperti in materia, a livello internazionale ed autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche sul tema. Afferma il prof. Fabbro: “Gli studi di neuroscienze indicano che non è possibile cancellare o buttare via il nostro passato, perché questo è incarnato nella struttura organizzativa del nostro cervello e della nostra mente. Senza differenti popoli, lingue e culture non vi sarà spazio né per una evoluzione biologica della specie umana né per un ricco e variegato progresso culturale; ciò che si imporrà sarà soltanto una desolante, disumana e universale standardizzazione.” Questo è il pericolo che vogliono contribuire ad evitare le cinque amministrazioni promotrici dell’iniziativa - sostenute, dal punto di vista operativo, dall’Istituto Slavia Viva e dal Circolo culturale Jacopo Stellini, operando per la tutela e valorizzazione della lingua propria della comunità autoctona delle Valli del Natisone, il nediško, evitando anche pericolose confusioni identitarie nazionali. Merito va dato alle Amministrazioni della Slavia che, interpretando il comune sentire della stragrande maggioranza della popolazione locale, si impegnano - nonostante la miopia della politica regionale che tollera le incredibili mistificazioni che tendono a confondere le “varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e di Resia” tutelate dall’art. 22 della L.R. 26/2007, con Improbabili ed inesistenti “varianti dialettali slovene” - per la salvaguardia dei valori inconfondibili di “una delle più antiche etnie d’Europa”, meritevole di essere considerata patrimonio dell’Umanità e non svilita a periferico e marginale residuo di una estranea nazionalità.
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