Velika Jama

La zona di Tercimonte è ricca di cavità naturali. La più importante, la più visitata, la più famosa è certamente la Velika jama. C'è pure la Mala Peč, Ta pod Figovco e altre ancora..

Un sentiero alla Velika Jama

E’ stato ripristinato di recente il sentiero che dalla località Ponte Ranta (Na Ràntah) conduce alla Velìka jama, dando così a tutti la possibilità di visitare una cavità naturale interessante sotto vari punti di vista.

Il sentiero inizia proprio al lato della strada Savogna-Cepletischis nei cui pressi c’è anche lo spazio per parcheggiare alcune auto.

«I dintorni di Tercimonte - scriveva nel lontano 1912 mons. Ivan Tnnko - presentano parecchie, interessanti cavità carsiche e grotte (...).
Sul pendio tra il ponte Ranta e Tercimonte a 475 metri sul mare, si apre con una specie di finestra, in una .rupe di «piasentina», la grotta Ta pod Čelàn, una importante cavità carsica, attualmente asciutta, lunga circa 250 metri.

La sua esplorazione è assai faticosa, presentando la caverna frequenti salti che non si superano senza scale di corda.

Non lontano da questa si apre a 372 metri sul mare la Velika jama, la cui bocca si raggiunge dal ponte Ranta per il sentiero che sale il pendio boscoso (in 10-15minuti, ndr.).

E’ una cavità, profonda 32 metri, di importanza minima dal lato fisico, assai interessante, invece, perchè nel fondo, si scoprono, in uno strato inferiore, resti di Ursus speleus, in uno superiore numerosi manufatti:
(terrecotte, ossa lavorate, conchiglie),
che provano come essa sia stata sede dell’uomo neolitico,
nonchè ossa di altri mammiferi»
(O. Marinelli, Guida delle Prealpi Giulie, Udine 1912, pagg. 667-669).

In zona ci sono altre cavità naturali, tra cui vanno citate almeno due, quelle più conosciute, chiamate rispettivamente Mala peč e Jama pod figovco.

Sarebbe opportuno collegare tutte queste grotte o caverne con dei comodi sentieri, collocare all’imboccatura di quelle più interessanti dei cartelli informativi e creare un itinerario speleologico accessibile a tutti, sia agli adulti che ai bambini.

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La Velika Jama

Sul pendio tra il monte Ranta e Tercimonte, a 475 metri sul mare, si apre con una specie di finestra, in una rupe di "piasentina", la grotta Ta pod čelan, una importante cavità carsica, attualmente asciutta, lunga circa 250 metri. La sua esplorazione è assai faticosa presentando la caverna frequenti salti che non si superano senza scale di corda.

Non lontano da questa si apre a 372 metri sul mare la Velika Jama, la cui bocca si raggiunge dal ponte Ranta per sentiero che sale il pendio boscoso. Oppure attualmente, meglio, dal paese di Tercimonte attraverso il sentiero appositamente creato dall'Ente Provincia.

E' una cavità profonda 32 metri, di importanza minima dal lato fisico, assai interessante invece perchè, nel fondo, si scoprirono, in uno strato inferiore, resti di ursus speleus, in uno superiore numerosi manufatti (terrecotte, ossa lavorate, conchiglie), che provano come essa sia stata sede dell'uomo neolitico, nonchè ossa di altri mammiferi.

La Velika Jama vive nelle leggende locali come luogo anticamente abitato da assassini e ladri, che molestavano i frequentatori della sottostante strada.

Il terriccio del suolo della grotta veniva qualche volta asportato come ottimo per certe coltivazioni.

Si dice anche che vi siano stati trovati utensili ed ossa prima che nessuno si sognasse di fare degli scavi regolari. Da lì l'origine delle leggende di assassini.

Senza importanza è la Mala Peč.

V'è notizia di un'altra grotta ancora, sullo stesso versante e sulla stessa linea delle altre, chiamata Pod Figuvco (sotto il fico), che ha dato alla fantasia popolare occasione di leggende più poetiche e remote con deciso sapore mitologico. Si dice che vi abitassero le duje ženè - (donne selvatiche), chiamate anche krivopete - (talloni storti), specie di ninfe silvestri, che avevano i piedi a rovescio, cioè coi talloni davanti. Apparivano sulle alte rupi ed osservavano gli uomini; spesso davano loro dei buoni consigli per la vita pratica; predicevano i temporali e rendevano altri servigi, ma di tutto ciò si pagavano rubando i bambini e cibandosi di essi.

Da Guida delle Prealpi Giulie di Olinto Marinelli - pagg. 667-668

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